Occorre non nasconderselo: la situazione della
sicurezza non è delle migliori nell’Afghanistan meridionale, nella parte sud
occidentale del paese e nella zona orientale; nella capitale, Kabul, sono
continuati gli attentati, in gran parte suicidi, anche “spettacolari” e, come
sovrapprezzo,. nella capitale è stato registrato un incremento anche della
criminalità.
Nel nord e nel centro
del Paese la situazione è relativamente tranquilla, ma il dato più preoccupante
è che 9/10 della popolazione è convinta che la
situazione peggiorerà,
nei prossimi anni, con un aumento del controllo del Paese da parte dei Talebani
e dei signori della droga rispetto al Governo centrale.
Questo è un bel banco di
prova sulla tenuta delle forze impegnate, e in particolare della Nato. Il teatro afgano, quindi, presenta
sfide e opportunità, che faranno uscire definitivamente dal limbo questo che
fino a poco tempo fa era si poteva considerare un“fronte dimenticato” a causa
dell’impegno americano in Iraq e di altri fattori legati alla dinamiche
politiche interne degli alleati della NATO, ma che dalla fine del 2009 si
stanno registrando i primi segnali di
maggiore importanza con l’invio di
rinforzi dei marines in Afghanistan e una rinata centralità sulla scena della
sicurezza internazionale del conflitto al crocevia dell’Asia e con la decisione
di inviare oltre 30000 uomini da parte
degli Stati Uniti e oltre 10000 da parte dei loro alleati presa sul finire del
2009.
In Afghanistan va
focalizzata l’attenzione sul tema cruciale della sicurezza, gli appuntamenti
elettorali nel 2010, la difficile situazione economica collegata al mancato
sviluppo e gli scenari regionali con la spina nel fianco del poroso confine
pachistano, la tenuta delle forze armate afgane, soprattutto le forze di
sicurezza, e l’incognita Iran. Anche in
questo scenario, quindi, l’incertezza è la base e ogni previsione appare
impossibile.[1]
In Pakistan le sfide che sono sul tappeto e continuano
nel brevissimo futuro sono la crisi con l’India, la tenuta del Governo civile,
la minaccia dei neo Talebani nelle aree tribali e la grave crisi economica.
Per i due Paesi confinanti la crisi pachistana rischia di riflettersi con
ancora più forza su quella afgana e viceversa. Il vero nocciolo del conflitto
si concentrerà sempre più nelle instabili aree tribali, dove il rinnovato
impegno americano in Afghanistan, esigerà interventi sempre più incisivi da
parte pachistana. Un compito non facile per Islamabad con un Governo ed un
presidente sotto pressione all’interno, da parte di un’opposizione sempre più
ardita e anti-americana, oltre che per la crisi economica e dall’esterno a
causa della crisi con l’India in seguito agli attacchi terroristici di Mumbai
nel novembre 2008..
(Situazione nel 2010, ottobre)
[1] Robbis S.J., Afghanistan back to
basics, in The Journal of International Security Affairs, n. 15, 2008
Nessun commento:
Posta un commento