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mercoledì 12 marzo 2014

Un MOndo in Crisi VII Lo scenario afgano-pakistano, tutto un banco di prova



Occorre non nasconderselo: la situazione della sicurezza non è delle migliori nell’Afghanistan meridionale, nella parte sud occidentale del paese e nella zona orientale; nella capitale, Kabul, sono continuati gli attentati, in gran parte suicidi, anche “spettacolari” e, come sovrapprezzo,. nella capitale è stato registrato un incremento anche della criminalità.
Nel nord e nel centro del Paese la situazione è relativamente tranquilla, ma il dato più preoccupante è che 9/10 della popolazione è convinta che la

situazione peggiorerà, nei prossimi anni, con un aumento del controllo del Paese da parte dei Talebani e dei signori della droga rispetto al Governo centrale.
Questo è un bel banco di prova sulla tenuta delle forze impegnate, e in particolare della Nato. Il teatro afgano, quindi, presenta sfide e opportunità, che faranno uscire definitivamente dal limbo questo che fino a poco tempo fa era si poteva considerare un“fronte dimenticato” a causa dell’impegno americano in Iraq e di altri fattori legati alla dinamiche politiche interne degli alleati della NATO, ma che dalla fine del 2009 si stanno registrando i primi segnali  di maggiore  importanza con l’invio di rinforzi dei marines in Afghanistan e una rinata centralità sulla scena della sicurezza internazionale del conflitto al crocevia dell’Asia e con la decisione di inviare  oltre 30000 uomini da parte degli Stati Uniti e oltre 10000 da parte dei loro alleati presa sul finire del 2009.
In Afghanistan va focalizzata l’attenzione sul tema cruciale della sicurezza, gli appuntamenti elettorali nel 2010, la difficile situazione economica collegata al mancato sviluppo e gli scenari regionali con la spina nel fianco del poroso confine pachistano, la tenuta delle forze armate afgane, soprattutto le forze di sicurezza,  e l’incognita Iran. Anche in questo scenario, quindi, l’incertezza è la base e ogni previsione appare impossibile.[1]

In Pakistan le sfide che sono sul tappeto e continuano nel brevissimo futuro sono la crisi con l’India, la tenuta del Governo civile, la minaccia dei neo Talebani nelle aree tribali e la grave crisi economica.
Per i due Paesi confinanti  la crisi pachistana rischia di riflettersi con ancora più forza su quella afgana e viceversa. Il vero nocciolo del conflitto si concentrerà sempre più nelle instabili aree tribali, dove il rinnovato impegno americano in Afghanistan, esigerà interventi sempre più incisivi da parte pachistana. Un compito non facile per Islamabad con un Governo ed un presidente sotto pressione all’interno, da parte di un’opposizione sempre più ardita e anti-americana, oltre che per la crisi economica e dall’esterno a causa della crisi con l’India in seguito agli attacchi terroristici di Mumbai nel novembre 2008..

(Situazione nel 2010, ottobre)


[1] Robbis S.J., Afghanistan back to basics, in The Journal of International Security Affairs, n. 15, 2008

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