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LIMES, Rivista Italiana di Geopolitica

Rivista LIMES n. 10 del 2021. La Riscoperta del Futuro. Prevedere l'avvenire non si può, si deve. Noi nel mondo del 2051. Progetti w vincoli strategici dei Grandi

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domenica 30 maggio 2021

Gli Stati Uniti e le percezioni reciproche tra amici,alleati ed avversari


 Fote: LIMES Rivista di Geopolitica, N. 2 Febbraio 2021

In una carta che qui riportiamo Lucio Caracciolo nel suo editoriale del n. 2 della Rivista LIMES del 2021 traccia un quadro abbastanza esaustivo, in chiave geopolitica delle percezioni che gli alleati e dei paesi del mondo occidentale hanno degli Stati Uniti dopo le vicende elettorali che sono culminate con il colpo di Stato non riuscito del 6 gennaio. L’nivazione e l’occupazione di miliziani armati ed organizzati in schiere coordinate e guidate, l’intervento tardivo ed inutile della Guardia Nazionale ed altri fattori tutti riflettenti sulla base di un piano già enunciato all’inizio della campagna elettorale (se perdiamo non accetteremo il risultato elettorale) l’amministrazione Trump ha portato l’America nella Tempesta, nella totale divisione. Una vera e propria tragedia americana. La Potenza Globale, quindi per cause interne è in piena tempesta. Gli Alleati non sanno come comportarsi di fronte a questa instabilità interna statunitense che potrebbe avere un ulteriore capitolo angoscioso fra quattro anni, alle prossime elezioni quando, forse, una diversa amministrazione cancella in poche settimane tutto quello che ha realizzato quella precedente.

La carta mostra le percezioni incrociate, che vale la pena di prenderle in considerazione.

Iniziamo dal Regno Unito, da sempre il principale partner degli Stati Uniti. La percezione da Londra a Waschington è: sempre con voi. Noi siamo nell’anglosfera. Da Waschington a Londa: Servo non sciocco. Evitiamo che si suicidi.

Francia, Stato che dono la statua della libertà agli Stati Uniti. La percezione da Parigi a Waschington è: Faremo la nostra Europa per trattare da pari. Da Waschington a Parigi: Alla fine è sempre con noi. Lasciamoli sognare.

Germania, nel dopoguerra grata agli americani per averla affrancata dal nazismo e l’estremismo di destra. La percezione da Berlino a Waschington è: satellite infido che vuole dominare l’Europa, troppo vicino a Russia e Cina; da Waschington a Berlino è: stanchi di fare i satelliti di un colosso incivile.

Italia, fragile e presuntuosa, oscillante dalla caduta del muro di Berlino tra opposte scelte, è sempre sull’orlo del baratro.  La percezione da Waschington a Roma è Evitiamo che salti in aria, minando Antieuropa; Da Roma a Waschington: vi vogliamo bene, ma amiamo anche gli altri.

Giappone, il grande alleato in Asia, parte centrale del Pivot asiatico di Obama. Da Waschington a Tokio la percezione è Massimo alleato asiatico decisivo contro la Cina; Da Tokyo a Waschington è: Usiamo le sfide Cina-America per tornare grandi.

Sul fronte degli avversari gli Stati Unti hanno prima collocato la URSS e quindi la Federazione Russia, poi, dopo lì11 settembre l’Iran, e da ultimo, in virtù del suo sviluppo la Cina

Federazione Russa, erede della sconfitta della guerra fredda, rimane una minaccia. Da chiarire ancora la vicenda delle interferenze russe nelle elezioni statunitensi del 2016. Se sono confermate per Putin è un capolavoro. Avere messo un Trump al vertice degli Stati Unti al posto di Hillary Clinton ha avuto almeno come effetto che gli Usa sono nella tempesta, quanto mai divisi, e sull’orlo della disgregazione come Unione. Anche se non vi sono prove, ma milioni di statunitensi hanno votato con il vecchio metodo della posta basata su documenti cartacei e non informatici, è un segno non trascurabile e l’amministrazione Trump fece di tutto per chiudere i centri postali elettorali, interferenze russe si sospettano anche nelle elezioni del 2020. Il clima quindi è teso La percezione da Waschington a Mosca è: Eterno nemico, da indebolire per mantenere il controllo dell’Europa.  Da Mosca a Waschington è: Saremo volentieri partner altrimenti obbligatoria l’intesa con Pechino.

Iran, il grande avversario capofila di tutti i nemici di Israele. La percezione tra Waschington e Teheran: Pericolo per noi e per Israele. Non avrà la bomba. La percezione tra Teheran e Waschington: Prima o poi avranno bisogno di noi. Se esisteremo ancora.

Cina, il grande concorrente della superpotenza globale che ha spostato l’interesse degli Usa dall’Atlantico al Pacifico, compromettendo le radici storiche e culturali dell’Unione. La percezione da Waschington a Pechino è: Nemico principale da accompagnare alla resa. Quella da Pechino a Waschington è Usa principale nemico, ma il tempo è con noi.

 

Da queste percezioni incrociate emerge un quadro abbastanza indicativo di come la potenza globale gli Stati Unti affronterà le opzioni generali. Il principale nemico è la Cina, e secondo i cinesi il tempo sta lavorando per loro, ovvero la Cina è la potenza Globale emergente, gli Stati Uniti la potenza globale discendente. Se questo è vero e gli Stati Unti dovranno ben giocare le loro carte in quanto in prospettiva, ci sarà un punto di non ritorno quando il rapporto si inverte, punto in cui o lo si accetta, oppure per evitare la soccombenza, gli Stati Uniti dovranno ricorrere alla guerra preventiva contro la Cina. Questo punto, che è stato portato in avanti grazie alla epidemia di Covid-19 si calcola che possa essere verso il 2030/2035; alcuni più pessimisti, compresi alcuni analisti cinesi, nel 2050.

Discente da questo assunto che gli Usa non si possono permettere un atteggiamento aggressivo ed intransigente con la Russia, la quale, come le dichiarazioni recenti di Putin alle accuse di Biden (metà marzo 2021) si dimostra sempre più conciliante. Questo per evitare che la Russia si avvicini sempre più a Pechino rafforzando la Cina, consa non desiderata da Mosca in quanto avrebbe con Pechino sempre un rapporto di subalternità.

Una revisione totale della politica Usa si impone in Medio Oriente. Fallimento in Afganistan preceduto dalla distruzione del principale alleato Saddam Hussein e quindi un Irak instabile e diviso, la Siria a pezzi, tanto da far parlare di più Irak e più Sirie, hanno portato a perdere come alleato la Turchia. Aver seguito l’estremismo di destra israeliano nella sua folle ottusità di avere nemici sempre e comunque nel mondo arabo ha fatto sì che l’Iran divenisse un paese chiave per risolvere questo puzzle da cui gli Usa non hanno né amici e alleati.

Gli Alleati Europei rappresentato il versato degli “amici”. Considerare la Germania come oggi è considerato da Waschington è un ulteriore fattore di debolezza. Impedire ogni rapporto con la Russia, impedire una ascesa alla leaderschip in Europa significa indebolire non solo i propri alleati ma anche perdere fiducia dagli stessi. È sempre necessario avere un capofila e la Germania, uscita la Gran Bretagna è l’unica in grado di condurre l’Unione Europea ad una coesione in politica internazionale che nessun altro paese può vantare.

La Francia vuole l’Europa, vuole la leaderschip ma non ha né la forza né la capacità, nonostante tutti i sogni di “grandeur”, mentre l’Italia deve solo ringraziare che i Grandi Atto internazionali non l’abbiano trasformata in una Libia o in una Siria, cosa che potrebbe sempre accadere.

 Infine il Regno Unito, che ha dissipato ogni cosa con la Brexit. L’Uscita dell’Europa è un suicidio a lungo periodo; ora sta ancora godendo dei vantaggi di questa scellerata scelta i nuovi. Ma i problemi minuti comincio ad emergere. La carenza di braccianti per la nuova stagione agricola è uno dei tanti. Bisogno di braccia che non è possibile avere con l’attuale situazione, con sa ottenibili se si rimaneva in Europa.

 

Il quadro delle percezioni incrociate tenendo al Centro la superpotenza aiutano a comprende le scelte dei vari paesi e in quale direzione muovo. Se a livello globale, ad esempio, per l’Italia, si cerca di tutto per evitare che salti in aria precipitando in un caos che sarebbe deleterio e tragico per L’Europa e non accettato dagli gli Stati Uniti ben si comprende come la scelta di un Governo come quello affidato a Mario Draghi, (febbraio 2021) esautorando di fatto la classe politica sia di opposizione che di maggioranza, italiana vada nella percezione gli i Grandi Attori internazionali hanno del nostro Paese.

Percezioni incrociate qui sommariamente indicate come line di politica estera in chiave globale nel quadro di una pandemia globale che altera e incide su queste percezioni che riprenderanno il loro completo valore solo all’indomani della sconfitta globale del covid19, ovvero a pandemia debellata.

sabato 8 maggio 2021

La Gestione Politica dell'Immigrazione.


 Quello in atto è il movimento migratorio verso l'Europa più importante del dopoguerra. Mentre i media contrappongono i sostenitori ed i contrari all'accoglienza, la storia ci pone davanti a due dati: la fuga di chi si allontana dalle guerre e dalle miserie, e la crisi demografica di un Europa circondata da popolazioni giovani e da Paesi in fermento. In Italia il volto della società stà mutando a partire dal mondo della scuola, del lavoro per arrivare alle condizioni delle carceri, mentre la generosa politica di accoglienza rischia di implodere senza l'aiuto concreto dell'Europa.


Francesco Occhetta, S.I., La gestione politica della immigrazione, in La Civiltà Cattolica. 3999 28 gen/11 febb 2017 Quindicinale Anno 168 pag. 456


 La Rivista La Civiltà Cattolica è presente in forma cartacea nella Emeroteca del CESVAM, Roma Piazza Galeno 1.