Fote: LIMES Rivista di Geopolitica, N. 2 Febbraio 2021
In una carta che qui riportiamo
Lucio Caracciolo nel suo editoriale del n. 2 della Rivista LIMES del 2021 traccia
un quadro abbastanza esaustivo, in chiave geopolitica delle percezioni che gli
alleati e dei paesi del mondo occidentale hanno degli Stati Uniti dopo le
vicende elettorali che sono culminate con il colpo di Stato non riuscito del 6
gennaio. L’nivazione e l’occupazione di miliziani armati ed organizzati in
schiere coordinate e guidate, l’intervento tardivo ed inutile della Guardia
Nazionale ed altri fattori tutti riflettenti sulla base di un piano già
enunciato all’inizio della campagna elettorale (se perdiamo non accetteremo il
risultato elettorale) l’amministrazione Trump ha portato l’America nella
Tempesta, nella totale divisione. Una vera e propria tragedia americana. La
Potenza Globale, quindi per cause interne è in piena tempesta. Gli Alleati non
sanno come comportarsi di fronte a questa instabilità interna statunitense che
potrebbe avere un ulteriore capitolo angoscioso fra quattro anni, alle prossime
elezioni quando, forse, una diversa amministrazione cancella in poche settimane
tutto quello che ha realizzato quella precedente.
La carta mostra le percezioni
incrociate, che vale la pena di prenderle in considerazione.
Iniziamo dal Regno Unito, da
sempre il principale partner degli Stati Uniti. La percezione da Londra a
Waschington è: sempre con voi. Noi siamo
nell’anglosfera. Da Waschington a Londa: Servo non sciocco. Evitiamo che si suicidi.
Francia, Stato che dono la statua
della libertà agli Stati Uniti. La percezione da Parigi a Waschington è: Faremo la nostra Europa per trattare da
pari. Da Waschington a Parigi: Alla
fine è sempre con noi. Lasciamoli sognare.
Germania, nel dopoguerra grata
agli americani per averla affrancata dal nazismo e l’estremismo di destra. La
percezione da Berlino a Waschington è:
satellite infido che vuole dominare l’Europa, troppo vicino a Russia e Cina; da
Waschington a Berlino è: stanchi di fare
i satelliti di un colosso incivile.
Italia, fragile e presuntuosa,
oscillante dalla caduta del muro di Berlino tra opposte scelte, è sempre
sull’orlo del baratro. La percezione da
Waschington a Roma è Evitiamo che salti in
aria, minando Antieuropa; Da Roma a Waschington: vi vogliamo bene, ma amiamo anche gli altri.
Giappone, il grande alleato in
Asia, parte centrale del Pivot asiatico di Obama. Da Waschington a Tokio la
percezione è Massimo alleato asiatico
decisivo contro la Cina; Da Tokyo a Waschington è: Usiamo le sfide Cina-America per tornare grandi.
Sul fronte degli avversari gli
Stati Unti hanno prima collocato la URSS e quindi la Federazione Russia, poi,
dopo lì11 settembre l’Iran, e da ultimo, in virtù del suo sviluppo la Cina
Federazione Russa, erede della
sconfitta della guerra fredda, rimane una minaccia. Da chiarire ancora la
vicenda delle interferenze russe nelle elezioni statunitensi del 2016. Se sono
confermate per Putin è un capolavoro. Avere messo un Trump al vertice degli
Stati Unti al posto di Hillary Clinton ha avuto almeno come effetto che gli Usa
sono nella tempesta, quanto mai divisi, e sull’orlo della disgregazione come
Unione. Anche se non vi sono prove, ma milioni di statunitensi hanno votato con
il vecchio metodo della posta basata su documenti cartacei e non informatici, è
un segno non trascurabile e l’amministrazione Trump fece di tutto per chiudere
i centri postali elettorali, interferenze russe si sospettano anche nelle
elezioni del 2020. Il clima quindi è teso La percezione da Waschington a Mosca
è: Eterno nemico, da indebolire per
mantenere il controllo dell’Europa. Da Mosca a Waschington è: Saremo volentieri partner altrimenti obbligatoria l’intesa con
Pechino.
Iran, il grande avversario
capofila di tutti i nemici di Israele. La percezione tra Waschington e Teheran:
Pericolo per noi e per Israele. Non avrà
la bomba. La percezione tra Teheran e Waschington: Prima o poi avranno bisogno di noi. Se esisteremo ancora.
Cina, il grande concorrente della
superpotenza globale che ha spostato l’interesse degli Usa dall’Atlantico al
Pacifico, compromettendo le radici storiche e culturali dell’Unione. La
percezione da Waschington a Pechino è: Nemico
principale da accompagnare alla resa. Quella da Pechino a Waschington è Usa principale nemico, ma il tempo è con
noi.
Da queste percezioni incrociate
emerge un quadro abbastanza indicativo di come la potenza globale gli Stati
Unti affronterà le opzioni generali. Il principale nemico è la Cina, e secondo
i cinesi il tempo sta lavorando per loro, ovvero la Cina è la potenza Globale
emergente, gli Stati Uniti la potenza globale discendente. Se questo è vero e
gli Stati Unti dovranno ben giocare le loro carte in quanto in prospettiva, ci
sarà un punto di non ritorno quando il rapporto si inverte, punto in cui o lo
si accetta, oppure per evitare la soccombenza, gli Stati Uniti dovranno
ricorrere alla guerra preventiva contro la Cina. Questo punto, che è stato
portato in avanti grazie alla epidemia di Covid-19 si calcola che possa essere verso
il 2030/2035; alcuni più pessimisti, compresi alcuni analisti cinesi, nel 2050.
Discente da questo assunto che
gli Usa non si possono permettere un atteggiamento aggressivo ed intransigente
con la Russia, la quale, come le dichiarazioni recenti di Putin alle accuse di
Biden (metà marzo 2021) si dimostra sempre più conciliante. Questo per evitare
che la Russia si avvicini sempre più a Pechino rafforzando la Cina, consa non
desiderata da Mosca in quanto avrebbe con Pechino sempre un rapporto di
subalternità.
Una revisione totale della
politica Usa si impone in Medio Oriente. Fallimento in Afganistan preceduto
dalla distruzione del principale alleato Saddam Hussein e quindi un Irak instabile
e diviso, la Siria a pezzi, tanto da far parlare di più Irak e più Sirie, hanno
portato a perdere come alleato la Turchia. Aver seguito l’estremismo di destra
israeliano nella sua folle ottusità di avere nemici sempre e comunque nel mondo
arabo ha fatto sì che l’Iran divenisse un paese chiave per risolvere questo
puzzle da cui gli Usa non hanno né amici e alleati.
Gli Alleati Europei rappresentato
il versato degli “amici”. Considerare la Germania come oggi è considerato da
Waschington è un ulteriore fattore di debolezza. Impedire ogni rapporto con la
Russia, impedire una ascesa alla leaderschip in Europa significa indebolire non
solo i propri alleati ma anche perdere fiducia dagli stessi. È sempre
necessario avere un capofila e la Germania, uscita la Gran Bretagna è l’unica
in grado di condurre l’Unione Europea ad una coesione in politica
internazionale che nessun altro paese può vantare.
La Francia vuole l’Europa, vuole
la leaderschip ma non ha né la forza né la capacità, nonostante tutti i sogni
di “grandeur”, mentre l’Italia deve solo ringraziare che i Grandi Atto
internazionali non l’abbiano trasformata in una Libia o in una Siria, cosa che
potrebbe sempre accadere.
Infine il Regno Unito, che ha dissipato ogni
cosa con la Brexit. L’Uscita dell’Europa è un suicidio a lungo periodo; ora sta
ancora godendo dei vantaggi di questa scellerata scelta i nuovi. Ma i problemi
minuti comincio ad emergere. La carenza di braccianti per la nuova stagione
agricola è uno dei tanti. Bisogno di braccia che non è possibile avere con
l’attuale situazione, con sa ottenibili se si rimaneva in Europa.
Il quadro delle percezioni
incrociate tenendo al Centro la superpotenza aiutano a comprende le scelte dei
vari paesi e in quale direzione muovo. Se a livello globale, ad esempio, per
l’Italia, si cerca di tutto per evitare che salti in aria precipitando in un
caos che sarebbe deleterio e tragico per L’Europa e non accettato dagli gli
Stati Uniti ben si comprende come la scelta di un Governo come quello affidato
a Mario Draghi, (febbraio 2021) esautorando di fatto la classe politica sia di
opposizione che di maggioranza, italiana vada nella percezione gli i Grandi
Attori internazionali hanno del nostro Paese.
Percezioni incrociate qui
sommariamente indicate come line di politica estera in chiave globale nel
quadro di una pandemia globale che altera e incide su queste percezioni che
riprenderanno il loro completo valore solo all’indomani della sconfitta globale
del covid19, ovvero a pandemia debellata.
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