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venerdì 31 marzo 2023

Antonio VIgliano HUMINT E LA RACCOLTA INFORMATIVA

 



 ssere colti non vuol dire ricordare tutte le nozioni ma sapere dove andare a cercarle”

Umberto Eco

 

 

Questa sezione del mondo delle informazioni è definita allo stesso tempo sia un’arte che una scienza[1]. Nello specifico, il termine HUMan INTelligence (Humint) identifica le attività di Intelligence finalizzate alla raccolta di informazioni condotte attraverso l’elemento umano, ossia mediante contatti interpersonali. La North Atlantic Treaty Organization (NATO) lo definisce “una categoria di intelligence derivata da informazioni raccolte e fornite da fonti umane”[2]

L’elemento centrale che funge come strumento di acquisizione delle informazioni direttamente senza ulteriori filtri oltre a quelli della mente umana[3], la notizia diventa “direttamente” accessibile allo Humint Collector (HC), ossia la figura professionale, specializzata, capace di gestire le informazioni acquisite attraverso la Human intelligence. All’HC è affidato il sensibile e delicato compito di ricercare, acquisire e gestire le potenziali fonti che possono essere di tre tipi: one-time, alle quali non è possibile assegnare compiti; continuous, che richiedono il tracciamento in un registro, poiché si ritiene di doverle incontrare saltuariamente in quanto posseggono più informazioni da rilasciare; Recruited, sono le fonti che in modo del tutto consenziente vengono sistematicamente incontrate[4]. Inoltre l’HC deve prelevare, organizzare e trasformare le informazioni grezze in un prodotto di conoscenza mettendolo a disposizione degli analisti, i quali lo utilizzeranno per sfruttarlo al meglio.

Un interessante punto di riflessione ci viene offerto durante il corso nominato “HUMINT e controterrorismo. L’intelligence delle fonti umane nel contrasto alle minacce terroristiche del XXI secolo”, svoltosi a Roma nel maggio del 2017[5], dove lo stesso promotore Sergio Germini[6] rammenta che la Human Intelligence consiste nella raccolta di informazioni, soprattutto di carattere riservato che altri non vogliono rivelare, tramite relazioni umane e non tramite tecnologie, come l’intercettazione oppure altri strumenti tecnologici, come l’hackeraggio o i satelliti.

Anche se gli strumenti citati in precedenza rappresentano attività importanti dell’Intelligence, quello delle fonti umane è un settore delle attività dei Servizi Segreti che è stato trascurato a favore della tecnologia un po’ in tutto l’Occidente, nonostante rappresenti quello più importante. Prima dell’11 Settembre specialmente negli USA la Humint era stata molto trascurata a favore degli strumenti tecnologici. Il mutamento dopo gli eventi delle Torri Gemelle è avvenuto nell’assetto politico/militare internazionale negli ultimi anni, ed in particolar modo dopo l’11 settembre 2001, è stato così smisurato da rendere non più adatti i procedimenti politici e le regole della politica estera, in particolare usati fino a quel momento.

La politica, come è noto, non si svolge più solo tra Stati, ma fra sottosistemi di questi; oggi il sistema internazionale è un sistema sensibile anche ad eventi all’apparenza di minore importanza, che però possono avere gravi conseguenze su tutto il sistema.

Alcune compagnie private, che lavorano soprattutto con il mondo virtuale, acquisiscono sempre maggiore potere grazie anche alla paradossale quantità illimitata di informazioni possedute attraverso la rete. Esse si adattano.

La necessità di adattarsi alle nuove situazioni, vale anche per la branca più antica del campo delle informazioni.

Le minacce oggi non si presentano più unilaterali ed esclusivamente militari, come ai tempi della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia[7], dove ciascuno aveva un ben preciso avversario. Le minacce sono disparate e provenienti da diverse direzioni con caratteristiche alquanto inaspettate. Una delle minacce più notevoli e con più ripercussioni su tutto il sistema internazionale è, senza ombra di dubbio, il terrorismo islamico post 11 settembre 2001.

Precedentemente il terrorismo era interessato a modificare alcune situazioni in territori ben precisi e delimitati, gli obbiettivi erano scelti come simbolo per amplificare il messaggio terroristico e attirare l’attenzione su un determinato problema di una certa regione o stato. Esso rivendicava sempre i suoi attentati[8] proprio per poter meglio divulgare il problema in questione, secondo la filosofia terroristica, ed avere una cassa di risonanza quanto più grande possibile.

Il terrorismo di matrice islamica post 11 Settembre invece, è un: “terrorismo a tellurico, avente come obbiettivo il rovesciamento dell’ordine internazionale esistente; in altre parole ha la stessa funzione di quelle guerre che la teoria delle Relazioni Internazionali chiama “costituenti”, e cioè costitutive di un nuovo assetto del mondo. I suoi target non sono soltanto simbolici, ma anche quelli che, molto concretamente, possono distruggere o paralizzare la vita dei nostri paesi. Conseguentemente, esso non ha bisogno di fare rivendicazioni di sorta. L’attacco alle Twin Towers non è stato mai rivendicato in maniera esplicita”[9].

Gli obiettivi di Al Qaeda[10] sono abbattere i corrotti regimi nei paesi islamici e sostituirli con un regime basato sulla Shari, dopo aver cacciato le forze militari straniere presenti in terra d’islam, per poi riunificare tali regimi sotto un’unica federazione islamica sotto la guida politica e spirituale di un califfo. Infine, acquisire armi di distruzione di massa e ricominciare il progetto di conquista mondiale islamica interrotto nel 1683.

Le forze militari di Al Qaeda non sono sufficienti per realizzare i punti indicati da Bin Laden, ma la forza spirituale, è tale da poter ritenere questi punti una forte minaccia capace di creare molti danni, anche se non dovessero essere realizzati in nessuna maniera.

Per contrastare tali fenomeni ci sono principalmente due posizioni rilevanti: da un lato si sostiene che l’intervento armato massiccio non risolva il problema ma anzi lo amplifichi, e che sarebbe più utile un intervento di peacekeeping tenendo conto della legalità interna ed internazionale e del tipo di rivendicazioni avanzate. Nel combattere una guerra a realtà mutanti e nascoste come quelle del terrorismo islamico di oggi, cellule invisibili sarebbe una azione quasi impossibile. E questa invisibilità conseguentemente cambia anche il modo di fare intelligence al giorno d’oggi; dall’altro lato si sostiene che bisogna contrastare duramente ed in maniera militarmente attiva questo fenomeno ed i paesi che si rendono complici. In questa ottica ci sono opinioni diversificate in quanto a modalità e strategie. Un importante studioso italiano del fenomeno, Massimo Introvigne, sostiene che “L’azienda terroristica calcola i costi e i benefici secondo criteri assai simili a quelli della normale razionalità politica o d’impresa, ritiene che il problema politico della risposta al terrorismo non debba essere impostato in modo moralistico. Ogni risposta sensata deve spingere i terroristi alla conclusione che il rapporto costi-benefici stia diventando negativo e che il terrorismo vada abbandonato perché non conviene più”[11].

Introvigne sostiene che con il termine Fondamentalismo si indicano in realtà posizioni religiose diverse, conservatrici fondamentaliste e ultra-fondamentaliste, e che vi è la necessità di favorire la crescita di un Islam conservatore che si è visto negata la possibilità di emergere. Solo questo tipo di Islam si porrebbe come una valida alternativa al terrorismo fondamentalista e ultra-fondamentalista; infatti la speranza che le forze laiche progressiste, che nei paesi islamici hanno un seguito molto scarso, possano avere la meglio è inesistente. Questa illusione viene definita la “sindrome di Voltaire”[12].

L’intelligence al giorno d’oggi subisce dei cambiamenti; è diminuita l’importanza di almeno due strumenti, finora, principali nella raccolta dell’informazione citate in precedenza ovvero l’ELINT, lo strumento elettronico, e l’IMINT, lo strumento fotografico.

Per riprendere l’esempio precedente, durante la guerra fredda questa tipologia di strumenti di ricerca delle informazioni erano fondamentali poiché il “nemico” era uno stato con un esercito, flotte marine e battaglioni aerei e tutto quello che ne consegue; al giorno d’oggi il nemico è invisibile, senza esercito regolare, fatto di cellule che si nascondono tra i civili e quindi difficilmente tracciabili con strumenti fotografici satellitari e altre tecnologie. I fattori di intelligence su cui bisogna concentrarsi per combattere il terrorismo islamico, soprattutto dopo l’11 settembre sono le scienze psicologiche, le strategie e le tattiche di guerriglia urbana e terroristica; per cui bisogna concentrarsi su un settore fondamentale dell’intelligence ovvero la risorsa umana, lo Humint, dal cui lavoro trarre tutte le informazioni importanti e soprattutto analizzarle adeguatamente.[13]

L’acquisizione informativa, che sia attraverso fonti umane completamente consapevoli o raggirate da alcune tecniche, come l’elicitazione[14], non può non realizzarsi anche nel mondo digitale.

Resta che l’elemento umano riveste una importanza principale ai nostri tempi, sia nella attività di spionaggio classico nella sua accezione più estrema, ma soprattutto con nuove strategie e metodi per ottenere informazioni e reclutare in loco informatori e collaboratori, che già siano per loro natura addentrati nel tessuto sociale del terrorismo, come i collaboratori mussulmani che vivono in zone sensibili ed inaccessibili.

Al giorno d’oggi molte delle informazioni utili possono essere reperite da fonti aperte e accessibili a tutti; di questo si occupa l’OSINT (Open Source Intelligence) e la sua sottospecie TECHINT (indagini sul web) che richiedono però grandi capacità analitiche poiché le quantità di dati da vagliare sono enormi. L’OSINT è molto utilizzata anche nel settore privato, nella Business Intelligence di aziende private, da cui le stesse ricercano informazioni utili anche da fonti aperte come il web per aiutarsi nelle decisioni aziendali riguardo alle loro specifiche attività, come la commercializzazione o meno di un nuovo prodotto, etc. Si pensi all’importanza delle indagini di mercato ai fini commerciali.

Per quanto riguarda il coordinamento a livello internazionale dei Servizi di Intelligence delle varie nazioni, e soprattutto in Europa, si stanno facendo passi avanti.[15]

La guerra al Terrorismo internazionale anche di matrice fondamentalista islamica è una guerra “asimmetrica”[16] e pressoché infinita; è una guerra che non può essere combattuta con i metodi classici vista la sua peculiare natura, per cui le armi non sono la soluzione giusta e sarebbe più proficua una soluzione strategica di prevenzione e intelligence; mirando a togliere al terrorismo il sostegno sociale, politico e soprattutto economico, senza il quale esso non potrebbe sopravvivere.

 

 



 

 

[3] https://pnlpedia.com/come-funziona-pnl/

[4] Handbook, Commanders Guide To Humint , Human Intelligence 2012

[5] https://lindro.it/intelligence-perche-serve-il-rilancio-delle-fonti-umane-in-italia/

[6] https://lindro.it/intelligence-perche-serve-il-rilancio-delle-fonti-umane-in-italia/

 

[13] http://www.carabinieri.it/editoria/rassegna-dell-arma/la-rassegna/anno-2008/n-4-ottobre- dicembre/studi/tecniche-psicologiche-human-intelligence

[14] Albert D Biderman, Communist Attempts to Elicit False Confessions from Air Force Prisoners of War, 1      gennaio 1957.

[15] ibidem

lunedì 20 marzo 2023

Antonio Vivliano La necessita della informazione

 


Nel linguaggio degli organismi informativi l’Attività di informazione per la sicurezza è “l’insieme delle attività di ricerca informativa, elaborazione e disseminazione di informazioni svolte al fine di prevenire, rilevare, contenere e contrastare le minacce alla sicurezza nazionale[1]”.

L’intelligence tuttavia, resta lo strumento di cui lo Stato si serve per raccogliere, custodire e diffondere ai soggetti interessati, siano essi pubblici o privati, le informazioni rilevanti per la tutela della sicurezza delle Istituzioni, dei cittadini e delle imprese.

La conoscenza permette di decidere e, nelle migliori delle ipotesi, di anticipare, consentendo di effettuare una corretta e vantaggiosa analisi “costi-benefici”.

Considerando tale teoria versatile, sottraendo i costi totali ai benefici totali, avremo appunto dei benefici netti; avremo l’opportunità di scegliere, tra più cose, la più adatta al nostro scopo. L’intelligence svolge, pertanto, un ruolo fondamentale e imprescindibile per il quale si serve di professionalità provenienti da ambienti diversi, che agiscono secondo peculiari procedure volte a salvaguardare la riservatezza degli operatori e delle loro attività.

In Italia tale compito, con la legge 124/2007, è stato affidato al Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), il cui Direttore Generale è nominato direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri, e alle due Agenzie operative che si occupano delle dimensioni interna (AISI) ed esterna (AISE) della sicurezza nazionale. Tali Organismi informativi per la sicurezza sono chiamati a garantire l’indipendenza della Repubblica, la salvaguardia delle istituzioni democratiche, la protezione degli interessi politici, economici, industriali, militari e scientifici e la sicurezza anche cibernetica.

Nell’attuale scenario internazionale ormai globalizzato si assiste ad un aumento esponenziale della quantità di informazioni circolanti. Di particolare rilievo è il contributo apportato alla diffusione delle informazioni dalla nascita di Internet e al suo enorme sviluppo nell’ultimo decennio, che ha portato, per usare una metafora: “il mondo in ogni casa”. Ad esempio, grazie alla rete qualsiasi persona con un minimo di competenze informatiche può accedere, in tempi brevi, ad una notevole quantità di informazioni. Attraverso lo smartphone, utilizzato come principale strumento, da più di cinque miliardi di persone, gli individui riescono a connettersi al mondo virtuale e di conseguenza tra di loro, abbattendo tutti i tipi di barriere fisiche, ottenendo dei fenomeni in grado anche di modificare il modo di relazionarsi tra gli Stati, elaborando nuove caratteristiche della geopolitica.

Un esempio di tali effetti sono le strategie adottate dalla Cina per utilizzare i social media al fine di influenzare l’opinione pubblica americana sostenuta da una ricerca del Recorded Future. Quest’ultima infatti, con la sua esclusiva tecnologia raccoglie e analizza enormi quantità di dati per ottenere informazioni rilevanti, in tempo reale, sulle minacce informatiche.

La capacità di acquisire, ma soprattutto proteggere informazioni strategiche riguardanti settori vitali, rappresenta oggi più che mai uno degli obbiettivi principali di uno Stato.  

Per questa ragione ogni stato si è dotato di particolari organismi atti a tale scopo, i Servizi di informazione e sicurezza, conosciuti anche con il nome di “Servizi Segreti” per via delle informazioni e degli interessi da tutelare, e dei metodi “non convenzionali” atti a raggiungere tale scopo[2]. Tali organismi governativi erano presenti fin dai tempi antichi, nati soprattutto per l’acquisizione di informazioni per scopi bellici (conoscenza del territorio nemico, conoscenza delle popolazioni confinanti, capacità militari del nemico, etc.), si sono evoluti nel tempo[3], fino a divenire i moderni Servizi di informazione e sicurezza che conosciamo oggi.

I Servizi di informazione e sicurezza hanno il compito di salvaguardare la Sicurezza Nazionale[4] attraverso l’attività di informazione per la sicurezza, meglio conosciuta con il termine: “attività di intelligence”. Essa si divide principalmente in: “intelligence strategica”, atta a fornire informazioni utili alle istituzioni per la tutela della sicurezza nazionale, e intelligence operativa, atta a fornire informazioni per la condotta di operazioni degli stessi servizi o di operazioni militari e di polizia.

L’attività di intelligence è solitamente organizzata in diverse fasi[5], caratterizzate da processi ben definiti, le quali formano il ciclo di intelligence.

Dal punto di vista della sua funzione, l’intelligence può essere descritta come processo informativo, definito da un ciclo di azioni, articolato su tre fasi e finalizzato agli obbiettivi generali individuati dalle Autorità di governo:

1)      acquisizione della notizia, attraverso la ricerca, la raccolta e la valutazione dei dati acquisibili da un’ampia gamma di fonti, che vanno dal singolo individuo all’uso di sofisticate apparecchiature elettroniche. In questa fase particolare rilievo assumono le fonti aperte, come i mezzi di comunicazione di massa e la rete;

2)      gestione dell’informazione, in cui attraverso l’analisi trasforma l’elemento informativo grezzo in un articolato contributo conoscitivo; questa fase rappresenta il passaggio distintivo dell’intelligence;

3)      comunicazione all’Autorità di governo sia di semplici informazioni, sia di rapporti, analisi e punti di situazione, utili per le decisioni da assumere o per le attività da intraprendere. L’estensione del concetto di sicurezza nazionale fa sì che vengano oggi inclusi, tra i destinatari dei prodotti di intelligence, anche amministrazioni ed enti pubblici.

In considerazione delle nuove sfide, delle nuove forme della globalizzazione e della società, della sempre maggiore complessità e della rapidità di evoluzione del contesto, interno ed esterno, in cui l’intelligence si muove, si identificano diverse tipologie di raccolta ed elaborazione delle informazioni. Tra queste, in base alla tipologia di fonte informativa, si possono trovare[6]:

  • Osint Open Source intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’analisi di fonti aperte;
  • Imint Imagery intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’analisi di fotografie aeree o satellitari;
  • Sigint Signal intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’intercettazione e analisi di segnali, sia tra persone sia tra macchine;
  • Techint Technical intelligence – riguardante armi ed equipaggiamenti militari;
  • Masint Measurement and Signature intelligence – attività di raccolta delle informazioni non classificabili nelle precedenti categorie;

Essendo la Human intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante contatti interpersonali, va da sé che bisogna considerare inevitabilmente come questi avvengono nell’era della digitalizzazione.

La più antica di tutte è sicuramente la HUMINT (Human Intelligence), ovvero la ricerca informativa da fonti umane[7], di cui sarà approfondita la trattazione nei successivi capitoli, la quale si occupa dell’acquisizione delle informazioni tramite contatti interpersonali con diverse modalità, come ad esempio l’interrogatorio di prigionieri o di rifugiati, la raccolta di informazioni consapevoli o meno tra l’operatore e le fonti, eccetera[8].

 

In basso, nel grafico, è riassunto il ciclo di intelligence.

 

 

 


 

 

 


 

Un elemento fondamentale da non tralasciare è la tutela delle informazioni, al fine di preservarle da una eventuale consultazione non autorizzata, che potrebbe arrecare un danno alle Istituzioni.

Questa tutela viene assicurata, prima di tutto, apponendo alle informazioni una classifica di segretezza a seconda della gravità del danno causato dalla eventuale compromissione[9] delle stesse. Tale classifica ha lo scopo di limitare, la consultazione dei documenti inerenti a tali Informazioni, solo al personale (qualificato al trattamento e alla conservazione della documentazione classificata) che abbia la necessità di consultarli nell’esercizio delle proprie funzioni.

Oltre alla classifica, ogni servizio di informazione e sicurezza dispone di particolari reparti che si occupano di counterintelligence, ovvero di contrasto alle attività di ricerca e raccolta informativa degli avversari. L’attività di counterintelligence forse più conosciuta è il controspionaggio, ovvero, l’insieme delle operazioni poste in essere per contrastare le attività di spionaggio delle agenzie di intelligence di altri Paesi o di organizzazioni ad esse collegate.

Altra attività di counterintelligence è la controingerenza: attività, questa, molto delicata, in quanto si occupa della prevenzione e del contrasto all’infiltrazione all’interno di assetti istituzionali o aziendali strategici, da parte di personale di agenzie e organizzazioni avversari.

Inoltre, è compito dei reparti di counterintelligence evitare interferenze da parte di agenzie avversarie, nelle attività di ricerca e raccolta informative delle proprie agenzie.

 

 

 

 

 



[1] Cit. https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/quaderni-di-intelligence/glossario-intelligence.html

[2] Cossiga Francesco, Abecedario, Rubbettino, p. 12

[3] Ibidem.

[4] Condizione in cui ad un paese risultino garantite piene possibilità di sviluppo pacifico attraverso la        salvaguardia dell’intangibilità delle sue componenti costitutive, dei suoi valori e della sua capacità di                perseguire i propri interessi fondamentali a cospetto di fenomeni, condotte ed eventi lesivi o potenzialmente tali.

  Cit. https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/quaderni-di-intelligence/glossario-intelligence.html

5 https://sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/chi-siamo.html 

 

[6] Ibidem

[7]Persona, cosa o sistema tecnologico da cui vengono ottenute/tratte notizie di interesse per la sicurezza nazionale”.

Rif. Il linguaggio degli organismi informativi, PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, p.52

[8] Cosenza Raimondo, Cos’è la HUMINT. Human Intelligence, published by Raimondo Cosenza, p.4

[9] Disvelamento, intenzionale o fortuito, di un’informazione, un’operazione, un agente o una fonte. Nel caso di informazioni classificate, si verifica allorquando queste vengono in qualsiasi modo rivelate a persona non autorizzata ovvero non in possesso di adeguata abilitazione di sicurezza o che non abbia la necessità di conoscere. Il linguaggio degli organismi informativi, PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, p.35

10 Antonio Teti, Virtual humint. La nuova frontiera dell’intelligence, (p.76) Rubettino 201

11https://www.natohcoe.org/

giovedì 9 marzo 2023

I Nuovi Attori Internazionali ed il resto del mondo

 


Il 24 febbraio 20222 rappresenta una data chiave nell’equilibrio del mondo. IL vecchio ordine internazionale, erede di quello generato dalla fine della seconda guerra mondiale, e scaturito al termine della Guerra fredda ha cessato di esistere.  Quello che a Mosca si insiste nel chiamare una semplice operazione di polizia, in realtà è l’emergere palese della volontà della Russia di assurgere, con i suoi criteri, interessi, e ideologia, a potenza globale. Mosca, e l’attuale presidente Putin, non accetta di scendere a livello di potenza regionale, subordinata ai grandi attori internazionali. Non vuole seguire l’esempio di Gran Bretagna e Francia, oltre che della Germania, le potenze globali al tempo in cui il mondo era eurocentrico, che dopo il 1945 hanno dovuto riconoscere il loro stato di potenza regionale. Nonostante tutti gli ostacoli, le difficoltà e gli errori, Francia Germania, Gran Bretagna hanno dovuto riconoscere che solo creando una entità superiore possono assurgere al ruolo di Attori internazionali. La Gran Bretagna, sempre titubante su questa scelta, nel ricordo del suo passato imperiale, si è definitivamente suicidata con la Brexit. Oggi il suo peso, nonostante la costruzione della Anglosfera, non le da un ruolo di Attore Internazionale, ma rischia anche di non essere una potenza regionale, stante l’atteggiamento dell’India e della  stessa Australia.

L’azione russa ha dimostrato nel modo più brutale che oggi al mondo esistono solo quattro Attori internazionali, che hanno connotazioni, capacità e potenzialità da poter dominare tutti gli altri Stati. Questi quattro Attori lo sono in virtù della loro genesi storica, delle loro organizzazioni statuali, dei loro principi fondanti, della loro particolare e peculiare identità. E’ il perenne scontro o confronto, generato dalla caduta dell’Impero Romano nel 476 d.c, tra Occidente ed Oriente.

 Il Pianeta oggi vede in Occidente due attori. Stati Uniti ed Unione Europea, ed in Oriente, Cina e Russia. L’Unione Europea è attore internazionale anche per un delta che gli altri non hanno: è il più grande mercato del mondo dove gli acquirenti pagano il prezzo più alto per tutte le merci. Oltre a questo hanno un sistema di valori, (etici, morali, culturali) che attirano i popoli di tutto il mondo, popoli che vogliono vivere “all’europea”. Nessuno oggi al mondo pensa di vestirsi da “mandarino”, tutti vestono all’europea, per un esempio che può essere moltiplicano a dismisura.  (massimo coltrinari)