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lunedì 20 marzo 2023

Antonio Vivliano La necessita della informazione

 


Nel linguaggio degli organismi informativi l’Attività di informazione per la sicurezza è “l’insieme delle attività di ricerca informativa, elaborazione e disseminazione di informazioni svolte al fine di prevenire, rilevare, contenere e contrastare le minacce alla sicurezza nazionale[1]”.

L’intelligence tuttavia, resta lo strumento di cui lo Stato si serve per raccogliere, custodire e diffondere ai soggetti interessati, siano essi pubblici o privati, le informazioni rilevanti per la tutela della sicurezza delle Istituzioni, dei cittadini e delle imprese.

La conoscenza permette di decidere e, nelle migliori delle ipotesi, di anticipare, consentendo di effettuare una corretta e vantaggiosa analisi “costi-benefici”.

Considerando tale teoria versatile, sottraendo i costi totali ai benefici totali, avremo appunto dei benefici netti; avremo l’opportunità di scegliere, tra più cose, la più adatta al nostro scopo. L’intelligence svolge, pertanto, un ruolo fondamentale e imprescindibile per il quale si serve di professionalità provenienti da ambienti diversi, che agiscono secondo peculiari procedure volte a salvaguardare la riservatezza degli operatori e delle loro attività.

In Italia tale compito, con la legge 124/2007, è stato affidato al Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), il cui Direttore Generale è nominato direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri, e alle due Agenzie operative che si occupano delle dimensioni interna (AISI) ed esterna (AISE) della sicurezza nazionale. Tali Organismi informativi per la sicurezza sono chiamati a garantire l’indipendenza della Repubblica, la salvaguardia delle istituzioni democratiche, la protezione degli interessi politici, economici, industriali, militari e scientifici e la sicurezza anche cibernetica.

Nell’attuale scenario internazionale ormai globalizzato si assiste ad un aumento esponenziale della quantità di informazioni circolanti. Di particolare rilievo è il contributo apportato alla diffusione delle informazioni dalla nascita di Internet e al suo enorme sviluppo nell’ultimo decennio, che ha portato, per usare una metafora: “il mondo in ogni casa”. Ad esempio, grazie alla rete qualsiasi persona con un minimo di competenze informatiche può accedere, in tempi brevi, ad una notevole quantità di informazioni. Attraverso lo smartphone, utilizzato come principale strumento, da più di cinque miliardi di persone, gli individui riescono a connettersi al mondo virtuale e di conseguenza tra di loro, abbattendo tutti i tipi di barriere fisiche, ottenendo dei fenomeni in grado anche di modificare il modo di relazionarsi tra gli Stati, elaborando nuove caratteristiche della geopolitica.

Un esempio di tali effetti sono le strategie adottate dalla Cina per utilizzare i social media al fine di influenzare l’opinione pubblica americana sostenuta da una ricerca del Recorded Future. Quest’ultima infatti, con la sua esclusiva tecnologia raccoglie e analizza enormi quantità di dati per ottenere informazioni rilevanti, in tempo reale, sulle minacce informatiche.

La capacità di acquisire, ma soprattutto proteggere informazioni strategiche riguardanti settori vitali, rappresenta oggi più che mai uno degli obbiettivi principali di uno Stato.  

Per questa ragione ogni stato si è dotato di particolari organismi atti a tale scopo, i Servizi di informazione e sicurezza, conosciuti anche con il nome di “Servizi Segreti” per via delle informazioni e degli interessi da tutelare, e dei metodi “non convenzionali” atti a raggiungere tale scopo[2]. Tali organismi governativi erano presenti fin dai tempi antichi, nati soprattutto per l’acquisizione di informazioni per scopi bellici (conoscenza del territorio nemico, conoscenza delle popolazioni confinanti, capacità militari del nemico, etc.), si sono evoluti nel tempo[3], fino a divenire i moderni Servizi di informazione e sicurezza che conosciamo oggi.

I Servizi di informazione e sicurezza hanno il compito di salvaguardare la Sicurezza Nazionale[4] attraverso l’attività di informazione per la sicurezza, meglio conosciuta con il termine: “attività di intelligence”. Essa si divide principalmente in: “intelligence strategica”, atta a fornire informazioni utili alle istituzioni per la tutela della sicurezza nazionale, e intelligence operativa, atta a fornire informazioni per la condotta di operazioni degli stessi servizi o di operazioni militari e di polizia.

L’attività di intelligence è solitamente organizzata in diverse fasi[5], caratterizzate da processi ben definiti, le quali formano il ciclo di intelligence.

Dal punto di vista della sua funzione, l’intelligence può essere descritta come processo informativo, definito da un ciclo di azioni, articolato su tre fasi e finalizzato agli obbiettivi generali individuati dalle Autorità di governo:

1)      acquisizione della notizia, attraverso la ricerca, la raccolta e la valutazione dei dati acquisibili da un’ampia gamma di fonti, che vanno dal singolo individuo all’uso di sofisticate apparecchiature elettroniche. In questa fase particolare rilievo assumono le fonti aperte, come i mezzi di comunicazione di massa e la rete;

2)      gestione dell’informazione, in cui attraverso l’analisi trasforma l’elemento informativo grezzo in un articolato contributo conoscitivo; questa fase rappresenta il passaggio distintivo dell’intelligence;

3)      comunicazione all’Autorità di governo sia di semplici informazioni, sia di rapporti, analisi e punti di situazione, utili per le decisioni da assumere o per le attività da intraprendere. L’estensione del concetto di sicurezza nazionale fa sì che vengano oggi inclusi, tra i destinatari dei prodotti di intelligence, anche amministrazioni ed enti pubblici.

In considerazione delle nuove sfide, delle nuove forme della globalizzazione e della società, della sempre maggiore complessità e della rapidità di evoluzione del contesto, interno ed esterno, in cui l’intelligence si muove, si identificano diverse tipologie di raccolta ed elaborazione delle informazioni. Tra queste, in base alla tipologia di fonte informativa, si possono trovare[6]:

  • Osint Open Source intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’analisi di fonti aperte;
  • Imint Imagery intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’analisi di fotografie aeree o satellitari;
  • Sigint Signal intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’intercettazione e analisi di segnali, sia tra persone sia tra macchine;
  • Techint Technical intelligence – riguardante armi ed equipaggiamenti militari;
  • Masint Measurement and Signature intelligence – attività di raccolta delle informazioni non classificabili nelle precedenti categorie;

Essendo la Human intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante contatti interpersonali, va da sé che bisogna considerare inevitabilmente come questi avvengono nell’era della digitalizzazione.

La più antica di tutte è sicuramente la HUMINT (Human Intelligence), ovvero la ricerca informativa da fonti umane[7], di cui sarà approfondita la trattazione nei successivi capitoli, la quale si occupa dell’acquisizione delle informazioni tramite contatti interpersonali con diverse modalità, come ad esempio l’interrogatorio di prigionieri o di rifugiati, la raccolta di informazioni consapevoli o meno tra l’operatore e le fonti, eccetera[8].

 

In basso, nel grafico, è riassunto il ciclo di intelligence.

 

 

 


 

 

 


 

Un elemento fondamentale da non tralasciare è la tutela delle informazioni, al fine di preservarle da una eventuale consultazione non autorizzata, che potrebbe arrecare un danno alle Istituzioni.

Questa tutela viene assicurata, prima di tutto, apponendo alle informazioni una classifica di segretezza a seconda della gravità del danno causato dalla eventuale compromissione[9] delle stesse. Tale classifica ha lo scopo di limitare, la consultazione dei documenti inerenti a tali Informazioni, solo al personale (qualificato al trattamento e alla conservazione della documentazione classificata) che abbia la necessità di consultarli nell’esercizio delle proprie funzioni.

Oltre alla classifica, ogni servizio di informazione e sicurezza dispone di particolari reparti che si occupano di counterintelligence, ovvero di contrasto alle attività di ricerca e raccolta informativa degli avversari. L’attività di counterintelligence forse più conosciuta è il controspionaggio, ovvero, l’insieme delle operazioni poste in essere per contrastare le attività di spionaggio delle agenzie di intelligence di altri Paesi o di organizzazioni ad esse collegate.

Altra attività di counterintelligence è la controingerenza: attività, questa, molto delicata, in quanto si occupa della prevenzione e del contrasto all’infiltrazione all’interno di assetti istituzionali o aziendali strategici, da parte di personale di agenzie e organizzazioni avversari.

Inoltre, è compito dei reparti di counterintelligence evitare interferenze da parte di agenzie avversarie, nelle attività di ricerca e raccolta informative delle proprie agenzie.

 

 

 

 

 



[1] Cit. https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/quaderni-di-intelligence/glossario-intelligence.html

[2] Cossiga Francesco, Abecedario, Rubbettino, p. 12

[3] Ibidem.

[4] Condizione in cui ad un paese risultino garantite piene possibilità di sviluppo pacifico attraverso la        salvaguardia dell’intangibilità delle sue componenti costitutive, dei suoi valori e della sua capacità di                perseguire i propri interessi fondamentali a cospetto di fenomeni, condotte ed eventi lesivi o potenzialmente tali.

  Cit. https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/quaderni-di-intelligence/glossario-intelligence.html

5 https://sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/chi-siamo.html 

 

[6] Ibidem

[7]Persona, cosa o sistema tecnologico da cui vengono ottenute/tratte notizie di interesse per la sicurezza nazionale”.

Rif. Il linguaggio degli organismi informativi, PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, p.52

[8] Cosenza Raimondo, Cos’è la HUMINT. Human Intelligence, published by Raimondo Cosenza, p.4

[9] Disvelamento, intenzionale o fortuito, di un’informazione, un’operazione, un agente o una fonte. Nel caso di informazioni classificate, si verifica allorquando queste vengono in qualsiasi modo rivelate a persona non autorizzata ovvero non in possesso di adeguata abilitazione di sicurezza o che non abbia la necessità di conoscere. Il linguaggio degli organismi informativi, PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, p.35

10 Antonio Teti, Virtual humint. La nuova frontiera dell’intelligence, (p.76) Rubettino 201

11https://www.natohcoe.org/

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