Nell’ultima settimana sono notevolmente cresciuti di intensità gli scontri in Ucraina. Le ultime cronache hanno riportato la morte di cinque manifestanti negli scontri con la polizia avvenuti in Piazza Indipendenza, a Kiev. Quattro di questi sarebbe deceduti per colpi d’arma da fuoco.
Bersaglio delle proteste è il Presidente Yanukovych, che lo scorso novembre ha deciso di bloccare l’accordo di associazione con l’Unione Europea. Le fazioni filo-europeiste, guidate nella protesta dai leader dei partiti di opposizione, hanno interpretato questa mossa del Presidente come un disegno per tutelare gli interessi degli oligarchi legati a doppio filo all’elite politica russa, a discapito della volontà popolare che invoca ulteriori passi verso il modello europeo. Ben nota è l’importanza strategica che l’Ucraina, terreno di transito per il gas russo diretto verso l’Europa, riveste per Mosca.
Inizialmente, le proteste avevano a! vuto carattere pacifico. A scatenare scontri violenti, la scorsa settimana, è stata l’approvazione di una legge, subito bollata come anti-democratica da Unione Europea e Stati Uniti, che prevede, tra le altre cose, l’arresto per chi si copre il volto con caschi o fazzoletti e che vieta di erigere barricate, di entrare in massa in luoghi pubblici, di allestire tende o palchi. Una norma, dunque, chiaramente orientata a soffocare le manifestazioni in corso, ma che ha avuto il solo effetto di far precipitare la situazione e aprire la strada all’uso delle armi.
Ieri si sono svolti i colloqui tra i leader dell’opposizione e il Presidente Yanukovych per giungere ad un compromesso che fermi le violenze. Ma sembra che il governo, forte anche dell’appoggio di Mosca, non intenda scendere a patti e proseguire sulla strada della repressione senza mezzi termini.
Bersaglio delle proteste è il Presidente Yanukovych, che lo scorso novembre ha deciso di bloccare l’accordo di associazione con l’Unione Europea. Le fazioni filo-europeiste, guidate nella protesta dai leader dei partiti di opposizione, hanno interpretato questa mossa del Presidente come un disegno per tutelare gli interessi degli oligarchi legati a doppio filo all’elite politica russa, a discapito della volontà popolare che invoca ulteriori passi verso il modello europeo. Ben nota è l’importanza strategica che l’Ucraina, terreno di transito per il gas russo diretto verso l’Europa, riveste per Mosca.
Inizialmente, le proteste avevano a! vuto carattere pacifico. A scatenare scontri violenti, la scorsa settimana, è stata l’approvazione di una legge, subito bollata come anti-democratica da Unione Europea e Stati Uniti, che prevede, tra le altre cose, l’arresto per chi si copre il volto con caschi o fazzoletti e che vieta di erigere barricate, di entrare in massa in luoghi pubblici, di allestire tende o palchi. Una norma, dunque, chiaramente orientata a soffocare le manifestazioni in corso, ma che ha avuto il solo effetto di far precipitare la situazione e aprire la strada all’uso delle armi.
Ieri si sono svolti i colloqui tra i leader dell’opposizione e il Presidente Yanukovych per giungere ad un compromesso che fermi le violenze. Ma sembra che il governo, forte anche dell’appoggio di Mosca, non intenda scendere a patti e proseguire sulla strada della repressione senza mezzi termini.
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