Economia Visco: La forza dell'Europa è nello stare uniti Simone Romano 27/11/2015 |
C’è bisogno di più Europa e non di meno euro. È questa la posizione esposta dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nel suo intervento in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario del nostro Istituto.
Visco ha offerto una riflessione sul delicato momento che l’Unione europea, Ue, e l’Eurozona stanno vivendo. Partendo dall’analisi degli eventi che hanno preceduto la crisi finanziaria e dei debiti sovrani e passando in rassegna le misure messe in atto per contrastare la conseguente recessione, il governatore ha delineato la strada da intraprendere per superare le attuali difficoltà e garantire all’Ue un futuro migliore.
Rischi di una moneta senza Stato
La necessità di completare l’Unione monetaria europea, rendendola più forte attraverso la realizzazione di una vera unione politica, è in questo momento ampiamente dibattuta. Tuttavia, ha sottolineato il numero uno di Banca d’Italia, questa questione è stata a lungo sottovalutata o volutamente ignorata.
L’incompletezza del progetto europeo ha giocato un ruolo fondamentale nella crisi dei debiti sovrani che ha rivelato una sostanziale mancanza di fiducia nel futuro dell’euro e dell’Unione monetaria. La gravità di tale crisi ha minacciato l’esistenza stessa della moneta unica e, quindi, del progresso più importante compiuto verso l’integrazione finanziaria europea.
Ciò che è accaduto negli ultimi anni ha confermato la lungimirante visione di Tommaso Padoa Schioppa che aveva messo in guardia dai pericoli di una moneta senza Stato.
La moneta unica europea, seppure rappresenti un cambiamento di portata storica, è solo un passo nel processo di creazione di una genuina e profonda unione economica e monetaria e non può rappresentare in alcun modo il traguardo finale.
Nell’assenza di unione politica, Visco ha evidenziato come la governance dell’area dell’euro si sia retta su una fragile alleanza tra forze di mercato e regole di condotta. Questa però non è riuscita a garantire che i comportamenti degli agenti nazionali fossero in linea con il benessere dell’area euro nel suo complesso. La soluzione non è tornare sui propri passi, ma accelerare verso un’unione fiscale e politica.
Risposte alla recessione
Il lungo periodo di recessione che è seguito alla crisi finanziaria e in seguito a quella dei debiti sovrani ha avuto cause radicate sia in ambito nazionale che comunitario. Al primo va iscritta la fragilità delle economie e delle finanze pubbliche di alcuni Stati membri, al secondo l’incompletezza della costruzione europea.
Le misure messe in campo per rispondere a questo periodo di difficoltà si sono articolate in entrambi questi ambiti. I singoli Stati hanno intrapreso politiche di consolidamento fiscale e riforme strutturali volte a favorire la competitività e a rendere più sostenibili le dinamiche del debito pubblico.
A livello comunitario è stata avviata un’opera di riforma della governance economica europea di vasta portata. Nonostante i tanti ostacoli, il giudizio del governatore è che ci si sia mossi nella giusta direzione.
Visco ha anche ribadito la necessità dell’unione bancaria e del completamento dell’unione dei mercati finanziari al fine di ottenere un’Eurozona meno esposta ai rischi derivanti dagli shock asimmetrici.
Anche l’opera svolta della Banca centrale europea, Bce, è stata preziosa, permettendo di mitigare la contrazione della domanda aggregata e contrastando la pressione dei mercati finanziari sui titoli del debito pubblico di molti Stati europei. Tuttavia, quanto fatto fino ad ora non basta,la politica monetaria non può da sola garantire una crescita sostenuta e sostenibile.
Le sfide che l’attuale congiuntura economica pone sono molteplici: sostenere la domanda aggregata, innalzare i livelli di occupazione, governare il processo di automazione e le dinamiche demografiche in modo che siano compatibili con la crescita economica e con la tutela dell’ambiente. In tal senso, le riforme su scala nazionale volte ad aumentare il potenziale di crescita attraverso un miglioramento della produttività sono necessarie, ma non sufficienti a risolvere i problemi attuali dell’Eurozona.
La strada da seguire
Secondo Visco, il sentiero da seguire è quello indicato dal rapporto scritto a giugno dai cinque presidenti che stabilisce le linee guida da percorrere per completare l’Unione monetaria europea e per aumentare la robustezza della stessa agli shock locali.
Alle azioni in campo economico e finanziario però si devono accompagnare parallelamente azioni a livello istituzionale e politico. La revisione del ruolo della Bce e la vigilanza macroprudenziale sugli istituti di credito sono passi importanti, ma le recenti opposizioni a uno schema di assicurazione e garanzia unico per i depositi lasciano intendere che il cammino verso un’unione economica più solida non sarà semplice.
Quello che è certo è che le azioni necessarie per rafforzare l’Unione monetaria europea richiedono non solo uno slancio di fiducia nella costruzione europea, ma anche la comprensione che il benessere di ogni stato membro dipende dalla persecuzione del bene dell’Ue. La forza dell’Europa è nello stare uniti. Ora più che mai si è chiamati a realizzare questa unità.
- See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3242#sthash.svcV2mhW.dpufVisco ha offerto una riflessione sul delicato momento che l’Unione europea, Ue, e l’Eurozona stanno vivendo. Partendo dall’analisi degli eventi che hanno preceduto la crisi finanziaria e dei debiti sovrani e passando in rassegna le misure messe in atto per contrastare la conseguente recessione, il governatore ha delineato la strada da intraprendere per superare le attuali difficoltà e garantire all’Ue un futuro migliore.
Rischi di una moneta senza Stato
La necessità di completare l’Unione monetaria europea, rendendola più forte attraverso la realizzazione di una vera unione politica, è in questo momento ampiamente dibattuta. Tuttavia, ha sottolineato il numero uno di Banca d’Italia, questa questione è stata a lungo sottovalutata o volutamente ignorata.
L’incompletezza del progetto europeo ha giocato un ruolo fondamentale nella crisi dei debiti sovrani che ha rivelato una sostanziale mancanza di fiducia nel futuro dell’euro e dell’Unione monetaria. La gravità di tale crisi ha minacciato l’esistenza stessa della moneta unica e, quindi, del progresso più importante compiuto verso l’integrazione finanziaria europea.
Ciò che è accaduto negli ultimi anni ha confermato la lungimirante visione di Tommaso Padoa Schioppa che aveva messo in guardia dai pericoli di una moneta senza Stato.
La moneta unica europea, seppure rappresenti un cambiamento di portata storica, è solo un passo nel processo di creazione di una genuina e profonda unione economica e monetaria e non può rappresentare in alcun modo il traguardo finale.
Nell’assenza di unione politica, Visco ha evidenziato come la governance dell’area dell’euro si sia retta su una fragile alleanza tra forze di mercato e regole di condotta. Questa però non è riuscita a garantire che i comportamenti degli agenti nazionali fossero in linea con il benessere dell’area euro nel suo complesso. La soluzione non è tornare sui propri passi, ma accelerare verso un’unione fiscale e politica.
Risposte alla recessione
Il lungo periodo di recessione che è seguito alla crisi finanziaria e in seguito a quella dei debiti sovrani ha avuto cause radicate sia in ambito nazionale che comunitario. Al primo va iscritta la fragilità delle economie e delle finanze pubbliche di alcuni Stati membri, al secondo l’incompletezza della costruzione europea.
Le misure messe in campo per rispondere a questo periodo di difficoltà si sono articolate in entrambi questi ambiti. I singoli Stati hanno intrapreso politiche di consolidamento fiscale e riforme strutturali volte a favorire la competitività e a rendere più sostenibili le dinamiche del debito pubblico.
A livello comunitario è stata avviata un’opera di riforma della governance economica europea di vasta portata. Nonostante i tanti ostacoli, il giudizio del governatore è che ci si sia mossi nella giusta direzione.
Visco ha anche ribadito la necessità dell’unione bancaria e del completamento dell’unione dei mercati finanziari al fine di ottenere un’Eurozona meno esposta ai rischi derivanti dagli shock asimmetrici.
Anche l’opera svolta della Banca centrale europea, Bce, è stata preziosa, permettendo di mitigare la contrazione della domanda aggregata e contrastando la pressione dei mercati finanziari sui titoli del debito pubblico di molti Stati europei. Tuttavia, quanto fatto fino ad ora non basta,la politica monetaria non può da sola garantire una crescita sostenuta e sostenibile.
Le sfide che l’attuale congiuntura economica pone sono molteplici: sostenere la domanda aggregata, innalzare i livelli di occupazione, governare il processo di automazione e le dinamiche demografiche in modo che siano compatibili con la crescita economica e con la tutela dell’ambiente. In tal senso, le riforme su scala nazionale volte ad aumentare il potenziale di crescita attraverso un miglioramento della produttività sono necessarie, ma non sufficienti a risolvere i problemi attuali dell’Eurozona.
La strada da seguire
Secondo Visco, il sentiero da seguire è quello indicato dal rapporto scritto a giugno dai cinque presidenti che stabilisce le linee guida da percorrere per completare l’Unione monetaria europea e per aumentare la robustezza della stessa agli shock locali.
Alle azioni in campo economico e finanziario però si devono accompagnare parallelamente azioni a livello istituzionale e politico. La revisione del ruolo della Bce e la vigilanza macroprudenziale sugli istituti di credito sono passi importanti, ma le recenti opposizioni a uno schema di assicurazione e garanzia unico per i depositi lasciano intendere che il cammino verso un’unione economica più solida non sarà semplice.
Quello che è certo è che le azioni necessarie per rafforzare l’Unione monetaria europea richiedono non solo uno slancio di fiducia nella costruzione europea, ma anche la comprensione che il benessere di ogni stato membro dipende dalla persecuzione del bene dell’Ue. La forza dell’Europa è nello stare uniti. Ora più che mai si è chiamati a realizzare questa unità.
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