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lunedì 29 settembre 2014

Ucraina: è successo solo due mesi fa

Il 17 luglio il Boeing 777 MH-17 della Malaysia Airlines è precipitato nei pressi della cittadina di Hrabove, nell’oblast di Donetsk, a circa 50 km dal confine russo-ucraino, causando la morte dei 295 passeggeri. Nello specifico, il velivolo, diretto a Kuala Lumpur, si trovava nello spazio aereo ucraino e procedeva in direzione di quello russo, sorvolando l’area del Donbass, controllata dai separatisti filo-russi. Per quanto la dinamica dell’incidente debba ancora essere accertata, i primi dati disponibili fanno sospettare che il velivolo possa essere stato abbattuto da un missile superficie-aria lanciato da un sistema missilistico BUK (NATO SA-11”Gadfly” \ SA-17 ”Grizzly”). Infatti, il Boeing malese sembra essere stato colpito ad una quota di 10.000 metri, altezza raggiungibile soltanto da un tale complesso sistema d’arma. Al momento, la responsabilità dell’accaduto potrebbe essere attribuita alle milizie filo-russe della Repubblica Popolare di Donetsk (RP! D). Infatti, nelle settimane precedenti all’incidente, i miliziani erano entrati in possesso di una batteria di SA-11 \ SA-17, oltre ad aver intensificato le operazioni anti-aeree contro le Forze Armate ucraine, come testimoniato dall’abbattimento, il 14 luglio scorso, di un aereo-cargo An-26 dell’Esercito nei pressi della cittadina di Davido-Nikolsk. Come se non bastasse, le autorità di Kiev hanno esibito prove circa presunte conversazioni telefoniche tra i comandanti delle milizie nelle quali si parlava del tragico incidente. Inoltre, lo stesso comando militare della RPD aveva rivendicato, nei minuti immediatamente successivi alla scomparsa del velivolo dai radar, il presunto abbattimento di un altro An-26. Tuttavia, tale rivendicazione è scomparsa dai canali telematici poco dopo l’ufficializzazione della caduta del Boeing malese. L’abbattimento del MH-17 costituisce il più grave incidente sinora avvenuto dall’inizio dell’insurrezione nelle regioni orientali! ucraine nonché di un evento in grado di cambiare l’inerzia del conflitto. Infatti, se fino ad ora lo scontro aveva una dimensione regionale, l’uccisione di centinaia di cittadini provenienti da diverse parti del Mondo (Paesi Bassi, Germania, Francia, Australia, Malesia, Regno Unito) è destinata ad aumentare la rilevanza mediatica globale dell’insurrezione. Europa e Stati uniti hanno fermamente condannato l’accaduto, schierandosi apertamente in favore di Kiev e condannando la Russia, ritenuta responsabile della tragedia a causa del suo sostegno ai separatisti. In ogni caso, l’enorme danno d’immagine subito da Mosca rischia di comprometterne gli spazi di manovra politica a livello internazionale. Da par loro, sia i separatisti del Donbass che il Cremlino hanno negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, affermando che la responsabilità è esclusivamente di Kiev. A livello politico, dunque, si rischia un ulteriore inasprimento dei rapporti tra Europa, Stati Uni! ti Ucraina e Russia, già ulteriormente peggiorati dal nuovo round di sanzioni deciso da Washington e diretto a società e banche strategiche russe, quali Gazprombank, il ramo finanziario di Gazprom, e Rosneft, il gigante petrolifero russo. All’indomani della tragedia, il governo ucraino sembra aver guadagnato ulteriore legittimazione internazionale nel proseguo dell’operazione anti-terrorismo nel Donbass, che presumibilmente continuerà fino alla completa sconfitta dell’insurrezione. Appare particolarmente preoccupante l’avvicinarsi della battaglia di Donetsk, quando le Forze Armate di Kiev dovranno affrontare i separatisti barricati nella popolosa città orientale. In questo caso esiste il rischio concreto di alti danni collaterali, come distruzione di infrastrutture critiche e morti di civili. Infine, l’incidente del Boeing malese e le sue conseguenze politiche e militari rischiano di erodere definitivamente i margini di trattativa tra separatisti e governo centra! le, rendendo molto difficile una risoluzione politica e pacifica del conflitto. 

Fonte CESI News letters 153

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