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martedì 10 dicembre 2019

Materiali per Analisi Parametrale 6

CORRUZIONE

Valetnina Trogu 


Uno dei vincoli più seri allo sviluppo delle società civili è la corruzione. In Africa il livello di corruzione su vasta scala è tra le minacce più grandi alla sicurezza e allo sviluppo del continente. I numeri che vi proporremo sono stati prodotti da Trasparency International, un’organizzazione non governativa che si pone l’obiettivo di combattere la corruzione su scala mondiale enfatizzando un cambiamento globale che dia al mondo la libertà dalla corruzione. Le prime dieci posizioni relative ai paesi con più corruzione sono coperte dalla Somalia, Sud Sudan, Siria, Corea del Nord, Yemen, Afghanistan, Guinea Equatoriale, Guinea Bissau, Sudan e Burundi. La corruzione sembra, dunque, dilagare nei paesi in cui non c’è la presenza di un governo centrale stabile oppure dove vige un regime poco democratico e tende ad alimentare questa instabilità minando le fondamenta del sistema sociale. Quali sono le motivazioni alla base della corruzione? Vi è l’avidità e il desiderio di ricchezza e di potere, la possibilità di un guadagno facile, un rischio limitato di venire scoperto e una pena esigua nel momento in cui il reato dovesse essere scoperto. La corruzione rompe le regole sociali e le norme di uno Stato contrapponendosi al termine “integrità” che tiene unito il sistema di valori di un individuo. In Africa, è possibile legare la corruzione dilagante ad una teoria detta Broken Windows Theory (teoria delle finestre rotte) elaborata dai criminologi Wilson e Kelling secondo cui la criminalità (inclusa la corruzione) è l’inevitabile risultato del degrado e del disordine. L’esempio è quello di una fabbrica o un ufficio con una finestra rotta. I passanti guardandola arriveranno alla conclusione che nessuno se ne cura, che nessuno ne ha il controllo. Presto tutte le finestre saranno rotte e l’edificio sarà occupato da vandali e criminali e i passanti penseranno che non solo nessuno controlla l’edificio ma anche che nessuno controlla la strada su cui si affaccia. Solo bande di giovani sbandati e criminali sconsiderati possono avere qualcosa da fare in una strada non controllata, così sempre più cittadini abbandoneranno quella strada a coloro che vi agiranno in cerca di prede. Si evince, così, che la diffusione del disordine ambientale contribuisce al disordine sociale, l’ambiente degradato degrada il comportamento portando alla corruzione e che il degrado ambientale, poi, influenza la percezione della sicurezza. In linea generale quella che ha luogo in Africa è la teoria del potere del contesto secondo la quale il comportamento è in funzione del contesto sociale. Contesti di instabilità, criminalità e poche opportunità sono alla base della dilagante corruzione nei paesi africani. Non per altro la Somalia, definito Stato Fallito,  è in cima alla lista dei paesi corrotti con circa l’80% di tassi di corruzione. Il punteggio attribuito al Paese (si fa riferimento ad una scala che assegna un punteggio da 0 -altamente corrotto - a 100 - per niente corrotto) è di 10 punti seguito dal Sud Sudan con 13 punti. La Nigeria ha un punteggio di 27 mentre i paesi meno corrotti in Africa risultano essere le isole Seychelles con 66 punti su 100 e Botswana, Capo Verde, Rwanda e Namibia, che hanno ottenuto rispettivamente 61, 57, 56 e 53 punti. Restano situazioni critiche, invece,  in otto paesi sub-sahariani: Repubblica democratica del Congo, Angola, Ciad, Repubblica del Congo, Burundi, Guinea Equatoriale, Guinea Bissau e Sudan. Altri paesi, come Burkina Faso, eSwatini e Costa d’Avorio, hanno migliorato i loro punteggi ma rimangono caratterizzati da alcune criticità.  Qual è la differenza tra questi paesi? Le Seychelles e il Botswana (quindi i paesi con il 
punteggio più alto rispetto ad altri paesi della regione) hanno saputo realizzare sistemi democratici e di governance relativamente ben funzionanti mentre l’Africa sub-sahariana è rimasta una regione in cui prevalgono  forti contrasti politici e socio-economici e dove si trovano paesi ancora dominati da leader autoritari e semi-autoritari. E, come abbiamo appurato, i regimi autocratici, insieme ai conflitti civili, alle deboli istituzioni e a sistemi politici poco interessati alla risoluzione del problema, minano qualunque sforzo intrapreso a livello regionale per contrastare la corruzione.

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