di
Giuseppe Cucchi.
sintesi
Gli
shoks che si susseguono dai tempi del crollo del Muro di Berlino non possono
essere più spiegati ricorrendo al concetto di crisi. Siamo invece vivendo un
cambiamento complesso, i cui approdi non sono ancora noti. Gli Stati Uniti
hanno cercato di dividere con le Nazioni Unite i costi di esercizio della
leaderschip planetaria, ma il successo riportato in Iraq nel 1991 si è rilevato
di corta durata. Hanno quindi scommesso sulla Cina per poi prendere atto che le
ambizioni e le dimensioni della Repubblica Popolare non erano compatibili con
la subordinazione di Pechino ai disegni di Waschington. Dopo aver cercato di
diluire il G” nel G20 ora gli Stati Uniti si volgono nuovamente all’Europa. L’UE
può adesso accettare passivamente la strategia oboniana, che ne prevede la
soggezione agli interessi americani, oppure tentare di dividere uno degli
attore-chiave del sistema internazionale, trasformandola in un gigante
geopolitico: operazione che richiederebbe tuttavia una maggior e integrazione
interna e lo stabilimento di rapporti privilegiati con la Russia e la Turchia. Per
riuscire in questa impresa, all’Europa occorrerebbero soprattutto dei leader
veri, che non si vedono all’orizzonte.
“Nomos & Khaos.
Rapporto Nonisma 2012-2013 sulle prospettive economico-strategiche. Osservatorio
Scenari Strategici e di Sicurezza. (approfondimenti ed info:www. Nonimasma.it)
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