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venerdì 22 novembre 2013

La Shanghai Cooperation Organization:

  Organizzazione regionale di potenze globali.

A partire dal 1986 era stata avviata un’iniziativa di soluzione delle dispute di confine (conosciuta come l’iniziativa di Vladivostok, sostenuta da Gorbaciov). I negoziati proseguirono tra il 1991 e il 1994 tanto che si ebbe, il 26 aprile 1996, l’Accordo di Shanghai “sul rafforzamento delle misure di fiducia reciproca nelle aree di confine” (cd. Forum “Shanghai Five” con Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan). Il 24 aprile 1997 a Mosca si siglò un altro accordo “sulla riduzione reciproca delle forze militari nelle aree di confine”.
Successivamente, infine, si tennero i Vertici di Almaty e di Bishkek (3 luglio 1998 e 24-25 agosto 1999).

1. Lo sviluppo.

Nel 2001 il Forum diventa Organizzazione, con l’adesione dell’Uzbekistan, quale membro a pieno titolo.
Gli scopi perseguiti della neonata Organizzazione sono i seguenti:
·         promuovere la cooperazione attraverso i rapporti di buon vicinato e di collaborazione nei settori della vita sociale;
·         risolvere i contenziosi sorti lungo i 3.645 km di confine sino-russo e quelli con i Paesi dell’Asia Centrale ex sovietici;
·         combattere i “tre mali”: terrorismo, estremismo religioso e separatismo nella regione;
·         concorrere a costruire un nuovo ordine internazionale fondato sul multipolarismo in una concezione multipolare delle relazioni internazionali.
Lo spirito di Shangai è un insieme di fiducia reciproca, relazioni di buon vicinato con il desiderio di mettere in comune il meglio di ciascun Paese a favore di tutti gli altri.
Tutti i membri si impegnano reciprocamente a combattere qualsiasi forma di eversione dell’ordine statale e regionale in vista del mantenimento della pace, della sicurezza e della stabilità regionale che possa assicurare l’indipendenza reciproca, la sovranità territoriale, la non interferenza negli affari interni degli Stati membri, attraverso il rifiuto della minaccia o dell’uso della violenza.

2. Il Consolidamento.

Nel 2002, per volontà del presidente russo Putin, si forma il Gruppo di Contatto con l’Afghanistan, al fine di prendere in considerazione la realtà socio-politica afgana (che però non è mai decollato del tutto per la difficoltà di gestire  i rapporti con le Istituzione afgane).
Successivamente, la decisione di far partecipare India, Iran, Pakistan, Mongolia come osservatori permanenti, fornisce un nuovo impulso geopolitico al continente eurasiatico in forte ascesa economica e militare.
L’Organizzazione è andata progressivamente rafforzandosi in vari settori (lotta al terrorismo, sviluppo economico, sfruttamento delle risorse energetiche, ecc.) sino alla costituzione, nel 2004, di due strutture permanenti: una politica, con sede a Pechino, con al vertice il Segretario Generale ed una di sicurezza, con sede a Tashkent (capitale dell’Uzbekistan), rivolta al coordinamento delle iniziative di contrasto alle attività terroristiche ed al narco-business in Asia Centrale (la Struttura Regionale Anti-Terrorismo - RATS).
Nel 2005 con il Vertice di Astana le istituzioni si consolidano e i rapporti commerciali si intensificano. Durante tale vertice si chiede, inoltre, il ritiro delle truppe straniere dall’Afghanistan.
Cresce anche la cooperazione con altre organizzazioni regionali (ASEAN, EUSASEC e INTERPOL) nonché con l’UE e le Nazioni Unite.
Nel vertice di Shangai del 2006 si festeggiano i 5 anni dell’Organizzazione e si redige il bilancio dell’attività svolta, nonché si affrontano problematiche attinenti le prospettive future.

Gli osservatori partecipano ai vertici ed hanno un dialogo privilegiato con tutti i membri. Alcuni hanno anche chiesto di diventare membri a pieno titolo (Pakistan ed Iran).
I membri si definiscono tutti uguali ma chiaramente la presenza della Russia e della Cina mette questi due Paesi in una situazione di preminenza, tanto che l’Organizzazione è stata definita a composizione: 1+1+4 ovvero 2+4.
L’Organizzazione è composta da Paesi che ricoprono uno spazio di 32 milioni di Kmq corrispondenti ai 3/5 dell’area euroasiatica. Se si considerano le potenzialità del Club di Shanghai, esso raggruppa la metà della popolazione mondiale e dispone della metà delle riserve di gas e di petrolio del pianeta, e contestualmente unisce i Paesi più ricchi di risorse (come Russia, Iran, Kazakistan) ai Paesi in forte ascesa economica ma privi di risorse (Cina, India).
Nel febbraio del 2007 si sono riuniti a Tashkent (Uzbekistan), i rappresentati dei Paesi membri e i dirigenti di società energetiche per discutere i termini della realizzazione di un “Club dell’Energia” all’interno della Shanghai Cooperation Organization.
L’Organizzazione è orientata al consolidamento delle proprie strutture e sembra non avere intenzione di aggregare nuovi membri (in particolare l’Iran che è il membro che modificherebbe la natura e l’assetto dell’Organizzazione).
Nel 2008 si è tenuto il Vertice di Dushanbe (28 agosto 2008). L’Agenda è stata focalizzata sulla crisi in atto nel Caucaso. Nella dichiarazione finale del vertice sono stati sanciti diversi richiami alla “diplomazia preventiva” e pochi riferimenti alla crisi in argomento. Inoltre, sono stati sottolineate specifiche linee programmatiche circa il razionale utilizzo di acque e risorse energetiche a vantaggio di tutti i membri. L’Organizzazione, inoltre, si è dotata di un regolamento sullo status di “partner dialogue”. Per ciò che attiene alla crisi caucasica la dichiarazione finale richiama il ruolo pacificatore della Russia nell’area ed i membri, piuttosto che entrare nel merito della questione georgiana, hanno attaccato la conduzione della vicenda afgana, chiedendo l’intervento del Consiglio di Sicurezza per una nuova definizione del ruolo della missione in Afghanistan. L’Organizzazione rivolge la sua attenzione anche al campo militare. Annualmente vengono effettuate alcune esercitazioni congiunte. Le prime si sono tenute nel 2002 con la partecipazione di Cina e Kyrghizstan.  Alle attività esercitative prendono parte sempre più Paesi. Lo scenario delle operazioni è quello della simulazione di un attacco terroristico su vasta scala al quale tutti i Paesi reagiscono congiuntamente. L’esercitazione del 2005 è consistita in un’operazione militare navale. L’attività è sembrata una  sorta di dimostrazione di forza delle capacità che l’Organizzazione è in grado di esprimere anche in mare (la maggior parte dei Paesi della SCO, infatti, non hanno sbocco al mare).  Quest’anno l’esercitazione si è, invece, svolta presso un’azienda energetica di Volgograd (i Paesi membri hanno voluto mettere alla prova le proprie capacità nella protezione di una struttura energetica).

3. Considerazioni finali.


La Shanghai Cooperation Organization ha costituito negli ultimi anni un importante strumento con cui la Russia e la Cina, che sono i principali attori dell'Organizzazione,  hanno inteso affrontare i complessi equilibri geopolitici nell'area dell'Estremo Oriente e che ha prodotto il risultato di migliorare i rapporti tra le due potenze. Infatti nell'ambito dell'Organizzazione si sono sviluppate attività di cooperazione nella difesa comune (che hanno portato allo svolgimento di regolari esercitazioni militari in Asia e nel Mar della Cina) unitamente ad accordi di programmazione economica. Il messaggio per le potenze occidentali e gli USA, a parere degli osservatori, e' risultato essere che, seppure non sempre d'accordo, Mosca e Pechino sono disposte a garantirsi reciproco supporto difensivo ed economico per preservare, da interferenze esterne, il prezioso scacchiere geopolitico asiatico. Per alcuni analisti, l’Organizzazione è stata presto definita il nuovo “Patto di Varsavia” o la “NATO dell’Est” tesa a contenere l’unipolarismo della superpotenza statunitense. Gli USA avevano sempre guardato all'area come ad uno spazio nel quale non avrebbero dovuto avere posto ne' Cina ne' Russia ne' , a maggior ragione, l’Iran. In tale ottica avevano incrementato la loro presenza in Asia Centrale sottovalutando inizialmente il ruolo dell’Organizzazione. Nel momento in cui la SCO ha iniziato ad attrarre, anche solo a mero titolo di osservatori, India ed Iran, l'atteggiamento degli USA nei suoi confronti e' mutato. Infatti, è parso del tutto evidente il crescente ruolo in chiave di contrasto alla penetrazione USA nell'area, svolto dall’Organizzazione. Risulta, infine, chiaro che la Shanghai Cooperation Organization  sta assumendo sempre maggior peso nel contesto delle relazioni internazionali. Al contempo, la costituzione in seno alla SCO della cd. “Dialogue Partner”, potrebbe divenire un nuovo forum di dialogo all’interno dell’Organizzazione, in cui, per la prima volta, potrebbero partecipare anche gli USA e l’Unione Europea e/o la NATO, facendo così allontanare l’allarmante ipotesi di una SCO come blocco militare in contrapposizione all’Occidente.




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