Per la traduzione in una lingua diversa dall'Italiano.For translation into a language other than.

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

LIMES, Rivista Italiana di Geopolitica

Rivista LIMES n. 10 del 2021. La Riscoperta del Futuro. Prevedere l'avvenire non si può, si deve. Noi nel mondo del 2051. Progetti w vincoli strategici dei Grandi

Cerca nel blog

lunedì 16 maggio 2016

Terrorismo, immigrazione e mancanza di strategia

Europa e terrorismo
Verso una Frontex terrestre
Diego Bolchini
11/05/2016
 più piccolopiù grande
Scovare le connessioni tra i terroristi per vanificare il loro operato in Europa. È questo l’obiettivo dell’Europol che attraverso la cooperazione internazionale tra organismi di polizia dei diversi Stati, insiste sull’importanza dello scambio di esperienze operative.

Le nuove realtà operative dell’Europol
Al fine di raggiungere questo complesso obiettivo, al quale va sommato quello contiguo rappresentato dalla lotta ai network criminali di trafficanti di esseri umani, sono nati a inizio anno 2016 due Centri specialistici dipendenti dall’Europol.

Il primo è l’European Counter-Terrorism Center, Ectc, un progetto diretto da Manuel Navarrete Paniagua, già alto funzionario Guardia Civil con vasta esperienza operativa nell’anti-terrorismo spagnolo e nel contrasto all’Eta. Il secondo è l’European Migrant Smuggling Center, Emsc, diretto da Robert Crepinko, già funzionario della polizia slovena.

Secondo quanto dichiarato dai responsabili Europol, diversi agenti operanti sotto il coordinamento dell’Ectc e in stretto raccordo con altre Agenzie europee come Frontex sono stati di recente dislocati in “punti caldi” (c.d. Hot Spots, vale a dire aree caratterizzate da specifica e rilevante pressione migratoria) dell’Europa Sud-Mediterranea in attività di controllo nei centri di registrazione per i rifugiati. Le indagini, condotte a scopo di prevenzione sono connesse alla sicurezza ed applicate ai flussi migratori correnti.

Terroristi confusi tra i migranti?
L’attività degli agenti è finalizzata a identificare l'eventuale presenza di potenziali soggetti radicalizzati, aventi scopi di infiltrazione terroristica in Europa. Essa è condotta con diversi strumenti e modalità contemplando supporto investigativo, scambio informativo e riscontri da banche dati.

Le nuove attività in Hot Spots saranno un banco di prova importante nell’ottica della definizione e validazione di nuove procedure di sicurezza, richieste dagli ingenti flussi migratori verso l’Unione. In questo settore Europol esprime una crescente capacità di analisi e interscambio informativo, svolgendo altresì attività di sostegno a potenziamento delle singole forze di polizia degli Stati Membri.

Il compito non sarà verosimilmente facile. Tra ipotizzabili mimetismi ideologici e contraffazioni documentali, l’identificazione di eventuali soggetti criminali da intercettare all’interno dei flussi di migranti richiederà un forte supporto analitico e tecnologico.

La specificità della potenziale minaccia odierna consistente nel rischio di avere terroristi “confusi” tra i migranti - seguendo quasi il vecchio slogan maoista del “vivere come il pesce nell’acqua” - richiederà inoltre capacità professionali aggregate, combinando esperti di terrorismo (in relazione a profili individuali da individuare e monitorare) e di criminalità organizzata (in relazione alle filiere di trafficanti di esseri umani e illegal immigration networks, che potrebbero facilitare eventuali ingressi di terroristi per semplice profitto economico).

In tale contesto, la canonica distinzione di categorie tra nazionale e internazionale, mondo degli Affari interni e degli Affari esteri appare sempre più labile e sfumata: gli organismi di polizia giudiziaria si trovano a fronteggiare, de facto, spettri di minaccia ramificati, che vedono sempre più spesso collegamenti trasversali del tipo: Stato di residenza/Stati esteri/Stati di passaggio.

L’Italia e la minaccia jihadista
Muovendo da una prospettiva nazionale, appare lecito affermare che il piano investigativo e il piano giudiziario italiano stanno lavorando già da anni in modo significativo nell’ottica di un efficace monitoraggio delle aree a rischio estremismo jihadista.

Tale esperienza e capacità accumulata potrà essere un valido contributo rispetto alle iniziative promosse nel contesto di Polizia europea in un’ottica di reciproca collaborazione.

Si pensi, solo per citare una relativamente recente attività investigativa dell’antiterrorismo interno, all’operazione Masrah condotta dal Ros dell’Arma dei Carabinieri e dalla Procura delle Repubblica di Bari nel 2013.

Nel corso di questa operazione fu individuata una cellula di presunti terroristi islamici, avente base operativa nella città pugliese di Andria. In relazione a questa iniziativa investigativa furono eseguite diverse ordinanze di custodia cautelare in Sicilia, Lombardia e prodotto un mandato di arresto - quasi precorrendo tempi e luoghi - in Belgio: l’ex imam di Andria fu infatti arrestato proprio a Bruxelles.

L’auspicio da condividere oggi è che, ove esistenti, tante altre maschere possano essere divelte, svelando in tal modo eventuali progettualità ostili.

Diego Bolchini è analista di relazioni identitarie, autore di contributi per diverse riviste specializzate nei settori afferenti geopolitica, sicurezza e difesa.
- See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3447#sthash.tuyNxYAH.dpuf

Nessun commento: