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giovedì 31 ottobre 2013

Un mondo in Crisi VI: Lo scenario Europeo occidentale e le relazioni atlantiche


Il disegno di Putin e della leadership russa che lo sostiene nel voler costruire una Russia con un ruolo sempre più importante in un quadro geopolitica di incertezza, con lo scemare del  ruolo di superpotenza degli Stati Uniti non è un elemento da tenere in scarsa considerazione. Le grandi incertezze di questo periodo avranno evoluzioni imprevedibili.
Una di queste, forse la più strategicamente importante, è stata il venir, de facto, meno della Global War on Terror dal vertice delle preoccupazioni strategiche statunitensi. Gli anni 1989-1991 hanno chiuso il vecchio sistema bipolare della Guerra Fredda, conducendo verso un diverso sistema internazionale che è durato per circa venti anni. Il 2001 non ha cambiato molto in quella situazione, dando all’unica sopravvissuta superpotenza solo un nuovo insieme di preoccupazioni, ma nessun cambiamento sistematico. In modo non molto dissimile, questi ultimi recentissimi anni hanno solo sovrimposto alle precedenti una serie di nuove, urgenti e profondamente correlate preoccupazioni. Due di queste svettano sopra ogni altra: la prima è l’emergere di un sistema internazionale non polare nel quale gli Stati classici assistono impotenti ad una sempre maggiore corrosione della loro sovranità; la seconda è il divampare di una furiosa crisi finanziaria che apre una fase di recessione le di cui è ancora impossibile apprezzarne le dimensioni.
Non sono novità assolute, ma occorre prendere atto. Una delle tesi che può essere presa in considerazione è quella che delinea a breve  un mondo che si sta progressivamente rivelando come sempre più non polare invece che multi-polare, a dispetto delle attese di molti. Il sistema internazionale non è dominato più da una, due o più nazioni, ma piuttosto da una dozzina di attori che possiedono e che esercitano vari tipi di potere che finiscono con il sovrapporsi l’uno all’altro. Nessuna grande potenza, né nessuna coalizione di grandi potenze è finora emersa per sfidare gli Stati Uniti ed è molto improbabile che questo accada nel prevedibile futuro. Non certamente nel 2010 e nei anni brevi a venire, ma è iniziata la marcia di avvicinamento a questo Le vecchie dinamiche tipiche dell’epoca delle grandi potenze non sono tornate in auge sia per l’evolvere di un concetto stesso di potere, che ora sfugge in tanta parte al diretto controllo degli Stati, sia perché gli Stati Uniti non hanno fatto poi davvero nulla per stimolare una tale risposta, almeno non ancora.
Tuttavia, mancando della prevedibilità che aveva caratterizzato i sistemi internazionali uni-polari, bi-polari, o multi-polari del passato, questo nuovo sistema internazionale non-polare sembra complicare notevolmente i rapporti internazionali in modi sempre nuovi. Ed è questo che ci fa parlare di evo di mezzo, argomento  con cui abbiamo introdotto questo nostro contributo.
Se tutto questo ha una sua logica, il futuro della NATO è nebbioso; nel migliore dei casi, dato che le alleanze stanno perdendo molta della loro importanza in un sistema internazionale in cui la capacità di assumersi impegni e di tenergli fede è molto limitata, poco efficace.
L’insieme sembra destinato a condurre a un rapporto transatlantico più selettivo e contingenziale che mai. Americani ed Europei, molto selettivamente, coopereranno su alcune questioni e si opporranno ad altre. In altre parole, l’Amministrazione Obama più non avrà il lusso di poter eventualmente optare per delle politiche ben definite, come avvenne all’indomani del 9/11 ( attacco alle due Torri ) nel caso di quell’either you are with us or against us che ha poi caratterizzato la dottrina Bush.
Forse, l’evento più significativo che inciderà sarà l’adozione, dopo un percorso elaborativo che, dato il numero dei partecipanti, non sarà semplice, del nuovo concetto strategico della Nato, dato che quello presente è ormai vecchio di dieci anni e tutti riconoscono che non è più funzionale.
Le relazioni transatlantiche tra Europa e Stati Uniti passano attraverso questo momento fondamentale. In questo nuovo non-polare scenario, gli Stati Uniti, i paesi Europei e la Russia potrebbero avere bisogno di un nuovo dispositivo di sicurezza, lì dove la Russia insiste nel dire che la sicurezza in Europa non potrà mai essere tale fino a che la Russia stessa sarà tenuta fuori dalle due organizzazioni di sicurezza principali dell’Europa, la Nato e l’EU.

Qualsiasi dialogo su un così ambizioso e difficile progetto di sicurezza euroatlantica sarà lento, ostico, difficile, ma sarà necessario ed inciderà nella geopolitica del 2010, sia perché non si può ignorare sia per il già descritto ruolo dinamico che la Russia intende svolgere.
(da www.coltrinariatlantegeostrategico.blogspot.com. Chidesidera ulteriori approfondimenti:ricerca23@libero.it; chi non desdiera ricevere uteriori post lo comunichi a geografia2013@libero.it)

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