La Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza riflette la diversificata gamma di minacce alla sicurezza nazionale che, dalla prospettiva intelligence, sono state alla prioritaria attenzione nel corso del 2023, ed evidenzia, come di consueto, le principali direttrici di intervento lungo le quali gli Organismi informativi hanno operato a tutela degli interessi nazionali, in aderenza ai principi costituzionali e agli obiettivi indicati dal Governo, e sotto il controllo del Parlamento.
Al contempo, viene innovato il suo impianto, alla luce di una duplice imperativo al quale non poteva sottrarsi un documento chiamato a rendicontare, entro il perimetro di ciò che può essere reso pubblico, l’operato del DIS, dell’AISE e dell’AISI.
Da un lato, le sfide securitarie con cui ci misuriamo si collocano, in ragione sia della loro origine che dei possibili rischi per le nostre potenzialità di sviluppo, in un orizzonte temporale che travalica ampiamente la cadenza annuale del documento. Nel progressivo scolorire delle tradizionali distinzioni definitorie e operative tra i multiformi fenomeni di minaccia, ora sempre più intrecciati fra loro non solo nell’ambiente digitale ma anche in quello analogico, i variegati fattori di instabilità globale proiettano sul prossimo futuro una forte incertezza. Per ridurla, condividendo al contempo con la cittadinanza i risultati dell’azione intelligence, si è reso indispensabile calibrare anche la Relazione non classificata dei Servizi Segreti su quella cruciale fase del ciclo intelligence che è l’analisi di taglio strategico.
Dall’altro, la responsabilità di orientare l’agenda del G7, cui l’Italia assolve nel suo anno di presidenza, conferisce uno speciale valore al concorso informativo che l’Intelligence può apportare alla governance delle grandi questioni “trasversali”: ciò, con particolare riguardo al particolare amalgama di rischi e opportunità che le stesse comportano per la tenuta economica e sociale delle liberaldemocrazie, chiamate a prevenire e contrastare minacce comuni proprio perché accomunate, a loro volta, dal riconoscersi in una costellazione di valori antitetici agli obiettivi che animano gli attori ostili.
La propensione dell’intelligence ad analizzare i contorni e a prefigurare le evoluzioni delle maggiori tematiche transnazionali (“horizontal issues”) si traduce ora nell’individuazione di indicatori, tendenze e segnali d’allerta utili a instradare la ricerca informativa, ora nel potenziamento della capacità di anticipare il concreto dispiegarsi di specifiche minacce alla sicurezza nazionale. Il riferimento è, nel primo caso, a fenomeni quali la nuova globalizzazione economica (con la progressiva emersione di un nuovo protagonismo del cosiddetto “Global South” e dei Paesi BRICS nel loro nuovo formato), le migrazioni internazionali (nel cui contesto si inscrive la pressione esercitata sul bacino del Mediterraneo), il fattore climatico (con i suoi molteplici risvolti, fra i quali l’insicurezza alimentare, e le tensioni e i conflitti legati all’accesso all’acqua), le nuove frontiere della tecnologia (a cominciare dalle incognite e dai dilemmi posti dall’intelligenza artificiale); nel secondo caso, alla trasformazione del jihad globale e alle dinamiche dei mercati delle materie prime.
Da qui, la centralità riservata al capitolo sul mondo in trasformazione, che deliberatamente segue la sezione dedicata agli scenari geostrategici e precede quella, conclusiva, che illustra le articolate sfaccettature della sicurezza nazionale lette attraverso il prisma degli obiettivi informativi: la prima, naturalmente imperniata sui due conflitti, mediorientale e russo-ucraino, in corso alle porte dell’Europa, ma opportunamente estesa anche agli ulteriori quadranti – Balcani, Africa, Asia – che rivestono rilievo primario in chiave di protezione e promozione degli interessi nazionali; la seconda, tradizionalmente suddivisa nei plurimi ambiti di minaccia sui quali si sono concentrate l’attività info-operativa e la correlata elaborazione, nell’anno trascorso, di quadri analitici a beneficio dell’Autorità di Governo.
A dipanarsi lungo il testo è, ancora una volta, una corposa serie di infografiche, che si pone in continuità con l’edizione precedente, ma la cui consistenza è ora più che doppia e il cui autonomo valore aggiunto è ancor più marcato. L’obiettivo è restituire la complessità dei temi affrontati, ampliando la gittata dei contenuti testuali e non più limitandosi a renderne una semplice rappresentazione visiva.
Nell’anno in cui questa pubblicazione vede la luce, metà della popolazione del mondo viene chiamata a votare: ne deriveranno inevitabili riflessi sugli equilibri internazionali e si moltiplicheranno, allo stesso tempo, i rischi riconducibili alle ingerenze e ai tentativi di condizionamento dei processi elettorali.
Le pagine che seguono mirano, dunque, anche ad arricchire il dibattito pubblico con una peculiare chiave di lettura dei nuovi scenari che andranno dischiudendosi nei prossimi mesi, a ulteriore testimonianza dell’impegno della comunità Intelligence nazionale ad assolvere alla propria missione, e alle delicate responsabilità connesse all’utilizzo di uno strumento non convenzionale, nell’esclusivo interesse della Nazione e delle sue istituzioni democratiche.
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