“Essere colti non vuol dire
ricordare tutte le nozioni ma sapere dove andare a cercarle”
Umberto Eco
Questa sezione
del mondo delle informazioni è definita allo stesso tempo sia un’arte che una
scienza[1].
Nello specifico, il termine HUMan INTelligence (Humint) identifica le attività
di Intelligence finalizzate alla raccolta di informazioni condotte attraverso
l’elemento umano, ossia mediante contatti interpersonali. La North Atlantic
Treaty Organization (NATO) lo definisce “una categoria di intelligence derivata
da informazioni raccolte e fornite da fonti umane”[2]
L’elemento
centrale che funge come strumento di acquisizione delle informazioni
direttamente senza ulteriori filtri oltre a quelli della mente umana[3], la
notizia diventa “direttamente” accessibile allo Humint Collector (HC), ossia la
figura professionale, specializzata, capace di gestire le informazioni
acquisite attraverso la Human intelligence. All’HC è affidato il sensibile e
delicato compito di ricercare, acquisire e gestire le potenziali fonti che
possono essere di tre tipi: one-time, alle quali non è possibile assegnare
compiti; continuous, che richiedono il tracciamento in un registro, poiché si
ritiene di doverle incontrare saltuariamente in quanto posseggono più
informazioni da rilasciare; Recruited, sono le fonti che in modo del tutto
consenziente vengono sistematicamente incontrate[4].
Inoltre l’HC deve prelevare, organizzare e trasformare le informazioni grezze
in un prodotto di conoscenza mettendolo a disposizione degli analisti, i quali
lo utilizzeranno per sfruttarlo al meglio.
Un interessante
punto di riflessione ci viene offerto durante il corso nominato “HUMINT e
controterrorismo. L’intelligence delle fonti umane nel contrasto alle minacce
terroristiche del XXI secolo”, svoltosi a Roma nel maggio del 2017[5], dove
lo stesso promotore Sergio Germini[6] rammenta
che la Human Intelligence consiste nella raccolta di informazioni, soprattutto
di carattere riservato che altri non vogliono rivelare, tramite relazioni umane
e non tramite tecnologie, come l’intercettazione oppure altri strumenti
tecnologici, come l’hackeraggio o i satelliti.
Anche se gli
strumenti citati in precedenza rappresentano attività importanti dell’Intelligence,
quello delle fonti umane è un settore delle attività dei Servizi Segreti che è
stato trascurato a favore della tecnologia un po’ in tutto l’Occidente,
nonostante rappresenti quello più importante. Prima dell’11 Settembre
specialmente negli USA la Humint era stata molto trascurata a favore degli
strumenti tecnologici. Il mutamento dopo gli eventi delle Torri Gemelle è
avvenuto nell’assetto politico/militare internazionale negli ultimi anni, ed in
particolar modo dopo l’11 settembre 2001, è stato così smisurato da rendere non
più adatti i procedimenti politici e le regole della politica estera, in
particolare usati fino a quel momento.
La politica,
come è noto, non si svolge più solo tra Stati, ma fra sottosistemi di questi;
oggi il sistema internazionale è un sistema sensibile anche ad eventi
all’apparenza di minore importanza, che però possono avere gravi conseguenze su
tutto il sistema.
Alcune compagnie
private, che lavorano soprattutto con il mondo virtuale, acquisiscono sempre
maggiore potere grazie anche alla paradossale quantità illimitata di
informazioni possedute attraverso la rete. Esse si adattano.
La necessità di
adattarsi alle nuove situazioni, vale anche per la branca più antica del campo
delle informazioni.
Le minacce oggi
non si presentano più unilaterali ed esclusivamente militari, come ai tempi
della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia[7], dove
ciascuno aveva un ben preciso avversario. Le minacce sono disparate e
provenienti da diverse direzioni con caratteristiche alquanto inaspettate. Una
delle minacce più notevoli e con più ripercussioni su tutto il sistema
internazionale è, senza ombra di dubbio, il terrorismo islamico post 11
settembre 2001.
Precedentemente
il terrorismo era interessato a modificare alcune situazioni in territori ben
precisi e delimitati, gli obbiettivi erano scelti come simbolo per amplificare
il messaggio terroristico e attirare l’attenzione su un determinato problema di
una certa regione o stato. Esso rivendicava sempre i suoi attentati[8]
proprio per poter meglio divulgare il problema in questione, secondo la
filosofia terroristica, ed avere una cassa di risonanza quanto più grande possibile.
Il terrorismo di
matrice islamica post 11 Settembre invece, è un: “terrorismo a tellurico,
avente come obbiettivo il rovesciamento dell’ordine internazionale esistente;
in altre parole ha la stessa funzione di quelle guerre che la teoria delle
Relazioni Internazionali chiama “costituenti”, e cioè costitutive di un nuovo
assetto del mondo. I suoi target non sono soltanto simbolici, ma anche quelli
che, molto concretamente, possono distruggere o paralizzare la vita dei nostri
paesi. Conseguentemente, esso non ha bisogno di fare rivendicazioni di sorta.
L’attacco alle Twin Towers non è stato mai rivendicato in maniera esplicita”[9].
Gli obiettivi di
Al Qaeda[10] sono abbattere i corrotti
regimi nei paesi islamici e sostituirli con un regime basato sulla Shari, dopo
aver cacciato le forze militari straniere presenti in terra d’islam, per poi
riunificare tali regimi sotto un’unica federazione islamica sotto la guida
politica e spirituale di un califfo. Infine, acquisire armi di distruzione di
massa e ricominciare il progetto di conquista mondiale islamica interrotto nel
1683.
Le forze
militari di Al Qaeda non sono sufficienti per realizzare i punti indicati da
Bin Laden, ma la forza spirituale, è tale da poter ritenere questi punti una
forte minaccia capace di creare molti danni, anche se non dovessero essere
realizzati in nessuna maniera.
Per contrastare
tali fenomeni ci sono principalmente due posizioni rilevanti: da un lato si
sostiene che l’intervento armato massiccio non risolva il problema ma anzi lo
amplifichi, e che sarebbe più utile un intervento di peacekeeping tenendo conto
della legalità interna ed internazionale e del tipo di rivendicazioni avanzate.
Nel combattere una guerra a realtà mutanti e nascoste come quelle del
terrorismo islamico di oggi, cellule invisibili sarebbe una azione quasi
impossibile. E questa invisibilità conseguentemente cambia anche il modo di
fare intelligence al giorno d’oggi; dall’altro lato si sostiene che bisogna
contrastare duramente ed in maniera militarmente attiva questo fenomeno ed i
paesi che si rendono complici. In questa ottica ci sono opinioni diversificate
in quanto a modalità e strategie. Un importante studioso italiano del fenomeno,
Massimo Introvigne, sostiene che “L’azienda terroristica calcola i costi e i
benefici secondo criteri assai simili a quelli della normale razionalità
politica o d’impresa, ritiene che il problema politico della risposta al
terrorismo non debba essere impostato in modo moralistico. Ogni risposta
sensata deve spingere i terroristi alla conclusione che il rapporto
costi-benefici stia diventando negativo e che il terrorismo vada abbandonato
perché non conviene più”[11].
Introvigne
sostiene che con il termine Fondamentalismo si indicano in realtà posizioni
religiose diverse, conservatrici fondamentaliste e ultra-fondamentaliste, e che
vi è la necessità di favorire la crescita di un Islam conservatore che si è
visto negata la possibilità di emergere. Solo questo tipo di Islam si porrebbe
come una valida alternativa al terrorismo fondamentalista e
ultra-fondamentalista; infatti la speranza che le forze laiche progressiste,
che nei paesi islamici hanno un seguito molto scarso, possano avere la meglio è
inesistente. Questa illusione viene definita la “sindrome di Voltaire”[12].
L’intelligence
al giorno d’oggi subisce dei cambiamenti; è diminuita l’importanza di almeno
due strumenti, finora, principali nella raccolta dell’informazione citate in
precedenza ovvero l’ELINT, lo strumento elettronico, e l’IMINT, lo strumento
fotografico.
Per riprendere
l’esempio precedente, durante la guerra fredda questa tipologia di strumenti di
ricerca delle informazioni erano fondamentali poiché il “nemico” era uno stato
con un esercito, flotte marine e battaglioni aerei e tutto quello che ne
consegue; al giorno d’oggi il nemico è
invisibile, senza esercito regolare, fatto di cellule che si nascondono tra i
civili e quindi difficilmente tracciabili con strumenti fotografici satellitari
e altre tecnologie. I fattori di intelligence su cui bisogna concentrarsi per
combattere il terrorismo islamico, soprattutto dopo l’11 settembre sono le
scienze psicologiche, le strategie e le tattiche di guerriglia urbana e
terroristica; per cui bisogna concentrarsi su un settore fondamentale
dell’intelligence ovvero la risorsa umana, lo Humint, dal cui lavoro trarre
tutte le informazioni importanti e soprattutto analizzarle
adeguatamente.[13]
L’acquisizione
informativa, che sia attraverso fonti umane completamente consapevoli o
raggirate da alcune tecniche, come l’elicitazione[14], non
può non realizzarsi anche nel mondo digitale.
Resta che
l’elemento umano riveste una importanza principale ai nostri tempi, sia nella
attività di spionaggio classico nella sua accezione più estrema, ma soprattutto
con nuove strategie e metodi per ottenere informazioni e reclutare in loco
informatori e collaboratori, che già siano per loro natura addentrati nel
tessuto sociale del terrorismo, come i collaboratori mussulmani che vivono in
zone sensibili ed inaccessibili.
Al giorno d’oggi
molte delle informazioni utili possono essere reperite da fonti aperte e
accessibili a tutti; di questo si occupa l’OSINT (Open Source Intelligence) e
la sua sottospecie TECHINT (indagini sul web) che richiedono però grandi
capacità analitiche poiché le quantità di dati da vagliare sono enormi. L’OSINT
è molto utilizzata anche nel settore privato, nella Business Intelligence di
aziende private, da cui le stesse ricercano informazioni utili anche da fonti
aperte come il web per aiutarsi nelle decisioni aziendali riguardo alle loro
specifiche attività, come la commercializzazione o meno di un nuovo prodotto,
etc. Si pensi all’importanza delle indagini di mercato ai fini commerciali.
Per quanto
riguarda il coordinamento a livello internazionale dei Servizi di Intelligence
delle varie nazioni, e soprattutto in Europa, si stanno facendo passi avanti.[15]
La guerra al
Terrorismo internazionale anche di matrice fondamentalista islamica è una
guerra “asimmetrica”[16] e
pressoché infinita; è una guerra che non può essere combattuta con i metodi
classici vista la sua peculiare natura, per cui le armi non sono la soluzione
giusta e sarebbe più proficua una soluzione strategica di prevenzione e
intelligence; mirando a togliere al terrorismo il sostegno sociale, politico e soprattutto
economico, senza il quale esso non potrebbe sopravvivere.
[3] https://pnlpedia.com/come-funziona-pnl/
[4] Handbook, Commanders Guide To Humint
, Human Intelligence 2012
[5] https://lindro.it/intelligence-perche-serve-il-rilancio-delle-fonti-umane-in-italia/
[6] https://lindro.it/intelligence-perche-serve-il-rilancio-delle-fonti-umane-in-italia/
[8] http://romatrepress.uniroma3.it/wp-content/uploads/2020/01/Gli-attentati-dell%E2%80%99Isis-in-Europa-
occidentale.-Un%E2%80%99interpretazione-sociologic.pdf
[9] http://www.steamfantasy.it/blog/manuali/Storia-dello-Spionaggio-Atti-della-Tavola-Rotonda-Biella-23-settembre-
2005.pdf
[10] https://www.arel.it/wp-content/uploads/2015/04/Metastasi-del-qaedismo-da-al-Qaeda-allo-Stato-Islamico.pdf
[13]
http://www.carabinieri.it/editoria/rassegna-dell-arma/la-rassegna/anno-2008/n-4-ottobre-
dicembre/studi/tecniche-psicologiche-human-intelligence
[14] Albert D Biderman, Communist Attempts to Elicit False Confessions
from Air Force Prisoners of War,
1
gennaio 1957.
[15] ibidem
[16]https://www.difesa.it/InformazioniDellaDifesa/periodico/IlPeriodico_AnniPrecedenti/Documents/Asimmetria_e_trasformazione_dell_178bellico.pdf
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