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sabato 10 giugno 2023

Antonio Vigliano HUMINT e Raccolta Informazioni

 


 

“Essere colti non vuol dire ricordare tutte le nozioni ma sapere dove andare a cercarle”

Umberto Eco

 

 

Questa sezione del mondo delle informazioni è definita allo stesso tempo sia un’arte che una scienza[1]. Nello specifico, il termine HUMan INTelligence (Humint) identifica le attività di Intelligence finalizzate alla raccolta di informazioni condotte attraverso l’elemento umano, ossia mediante contatti interpersonali. La North Atlantic Treaty Organization (NATO) lo definisce “una categoria di intelligence derivata da informazioni raccolte e fornite da fonti umane”[2]

L’elemento centrale che funge come strumento di acquisizione delle informazioni direttamente senza ulteriori filtri oltre a quelli della mente umana[3], la notizia diventa “direttamente” accessibile allo Humint Collector (HC), ossia la figura professionale, specializzata, capace di gestire le informazioni acquisite attraverso la Human intelligence. All’HC è affidato il sensibile e delicato compito di ricercare, acquisire e gestire le potenziali fonti che possono essere di tre tipi: one-time, alle quali non è possibile assegnare compiti; continuous, che richiedono il tracciamento in un registro, poiché si ritiene di doverle incontrare saltuariamente in quanto posseggono più informazioni da rilasciare; Recruited, sono le fonti che in modo del tutto consenziente vengono sistematicamente incontrate[4]. Inoltre l’HC deve prelevare, organizzare e trasformare le informazioni grezze in un prodotto di conoscenza mettendolo a disposizione degli analisti, i quali lo utilizzeranno per sfruttarlo al meglio.

Un interessante punto di riflessione ci viene offerto durante il corso nominato “HUMINT e controterrorismo. L’intelligence delle fonti umane nel contrasto alle minacce terroristiche del XXI secolo”, svoltosi a Roma nel maggio del 2017[5], dove lo stesso promotore Sergio Germini[6] rammenta che la Human Intelligence consiste nella raccolta di informazioni, soprattutto di carattere riservato che altri non vogliono rivelare, tramite relazioni umane e non tramite tecnologie, come l’intercettazione oppure altri strumenti tecnologici, come l’hackeraggio o i satelliti.

Anche se gli strumenti citati in precedenza rappresentano attività importanti dell’Intelligence, quello delle fonti umane è un settore delle attività dei Servizi Segreti che è stato trascurato a favore della tecnologia un po’ in tutto l’Occidente, nonostante rappresenti quello più importante. Prima dell’11 Settembre specialmente negli USA la Humint era stata molto trascurata a favore degli strumenti tecnologici. Il mutamento dopo gli eventi delle Torri Gemelle è avvenuto nell’assetto politico/militare internazionale negli ultimi anni, ed in particolar modo dopo l’11 settembre 2001, è stato così smisurato da rendere non più adatti i procedimenti politici e le regole della politica estera, in particolare usati fino a quel momento.

La politica, come è noto, non si svolge più solo tra Stati, ma fra sottosistemi di questi; oggi il sistema internazionale è un sistema sensibile anche ad eventi all’apparenza di minore importanza, che però possono avere gravi conseguenze su tutto il sistema.

Alcune compagnie private, che lavorano soprattutto con il mondo virtuale, acquisiscono sempre maggiore potere grazie anche alla paradossale quantità illimitata di informazioni possedute attraverso la rete. Esse si adattano.

La necessità di adattarsi alle nuove situazioni, vale anche per la branca più antica del campo delle informazioni.

Le minacce oggi non si presentano più unilaterali ed esclusivamente militari, come ai tempi della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia[7], dove ciascuno aveva un ben preciso avversario. Le minacce sono disparate e provenienti da diverse direzioni con caratteristiche alquanto inaspettate. Una delle minacce più notevoli e con più ripercussioni su tutto il sistema internazionale è, senza ombra di dubbio, il terrorismo islamico post 11 settembre 2001.

Precedentemente il terrorismo era interessato a modificare alcune situazioni in territori ben precisi e delimitati, gli obbiettivi erano scelti come simbolo per amplificare il messaggio terroristico e attirare l’attenzione su un determinato problema di una certa regione o stato. Esso rivendicava sempre i suoi attentati[8] proprio per poter meglio divulgare il problema in questione, secondo la filosofia terroristica, ed avere una cassa di risonanza quanto più grande possibile.

Il terrorismo di matrice islamica post 11 Settembre invece, è un: “terrorismo a tellurico, avente come obbiettivo il rovesciamento dell’ordine internazionale esistente; in altre parole ha la stessa funzione di quelle guerre che la teoria delle Relazioni Internazionali chiama “costituenti”, e cioè costitutive di un nuovo assetto del mondo. I suoi target non sono soltanto simbolici, ma anche quelli che, molto concretamente, possono distruggere o paralizzare la vita dei nostri paesi. Conseguentemente, esso non ha bisogno di fare rivendicazioni di sorta. L’attacco alle Twin Towers non è stato mai rivendicato in maniera esplicita”[9].

Gli obiettivi di Al Qaeda[10] sono abbattere i corrotti regimi nei paesi islamici e sostituirli con un regime basato sulla Shari, dopo aver cacciato le forze militari straniere presenti in terra d’islam, per poi riunificare tali regimi sotto un’unica federazione islamica sotto la guida politica e spirituale di un califfo. Infine, acquisire armi di distruzione di massa e ricominciare il progetto di conquista mondiale islamica interrotto nel 1683.

Le forze militari di Al Qaeda non sono sufficienti per realizzare i punti indicati da Bin Laden, ma la forza spirituale, è tale da poter ritenere questi punti una forte minaccia capace di creare molti danni, anche se non dovessero essere realizzati in nessuna maniera.

Per contrastare tali fenomeni ci sono principalmente due posizioni rilevanti: da un lato si sostiene che l’intervento armato massiccio non risolva il problema ma anzi lo amplifichi, e che sarebbe più utile un intervento di peacekeeping tenendo conto della legalità interna ed internazionale e del tipo di rivendicazioni avanzate. Nel combattere una guerra a realtà mutanti e nascoste come quelle del terrorismo islamico di oggi, cellule invisibili sarebbe una azione quasi impossibile. E questa invisibilità conseguentemente cambia anche il modo di fare intelligence al giorno d’oggi; dall’altro lato si sostiene che bisogna contrastare duramente ed in maniera militarmente attiva questo fenomeno ed i paesi che si rendono complici. In questa ottica ci sono opinioni diversificate in quanto a modalità e strategie. Un importante studioso italiano del fenomeno, Massimo Introvigne, sostiene che “L’azienda terroristica calcola i costi e i benefici secondo criteri assai simili a quelli della normale razionalità politica o d’impresa, ritiene che il problema politico della risposta al terrorismo non debba essere impostato in modo moralistico. Ogni risposta sensata deve spingere i terroristi alla conclusione che il rapporto costi-benefici stia diventando negativo e che il terrorismo vada abbandonato perché non conviene più”[11].

Introvigne sostiene che con il termine Fondamentalismo si indicano in realtà posizioni religiose diverse, conservatrici fondamentaliste e ultra-fondamentaliste, e che vi è la necessità di favorire la crescita di un Islam conservatore che si è visto negata la possibilità di emergere. Solo questo tipo di Islam si porrebbe come una valida alternativa al terrorismo fondamentalista e ultra-fondamentalista; infatti la speranza che le forze laiche progressiste, che nei paesi islamici hanno un seguito molto scarso, possano avere la meglio è inesistente. Questa illusione viene definita la “sindrome di Voltaire”[12].

L’intelligence al giorno d’oggi subisce dei cambiamenti; è diminuita l’importanza di almeno due strumenti, finora, principali nella raccolta dell’informazione citate in precedenza ovvero l’ELINT, lo strumento elettronico, e l’IMINT, lo strumento fotografico.

Per riprendere l’esempio precedente, durante la guerra fredda questa tipologia di strumenti di ricerca delle informazioni erano fondamentali poiché il “nemico” era uno stato con un esercito, flotte marine e battaglioni aerei e tutto quello che ne consegue; al giorno d’oggi il nemico è invisibile, senza esercito regolare, fatto di cellule che si nascondono tra i civili e quindi difficilmente tracciabili con strumenti fotografici satellitari e altre tecnologie. I fattori di intelligence su cui bisogna concentrarsi per combattere il terrorismo islamico, soprattutto dopo l’11 settembre sono le scienze psicologiche, le strategie e le tattiche di guerriglia urbana e terroristica; per cui bisogna concentrarsi su un settore fondamentale dell’intelligence ovvero la risorsa umana, lo Humint, dal cui lavoro trarre tutte le informazioni importanti e soprattutto analizzarle adeguatamente.[13]

L’acquisizione informativa, che sia attraverso fonti umane completamente consapevoli o raggirate da alcune tecniche, come l’elicitazione[14], non può non realizzarsi anche nel mondo digitale.

Resta che l’elemento umano riveste una importanza principale ai nostri tempi, sia nella attività di spionaggio classico nella sua accezione più estrema, ma soprattutto con nuove strategie e metodi per ottenere informazioni e reclutare in loco informatori e collaboratori, che già siano per loro natura addentrati nel tessuto sociale del terrorismo, come i collaboratori mussulmani che vivono in zone sensibili ed inaccessibili.

Al giorno d’oggi molte delle informazioni utili possono essere reperite da fonti aperte e accessibili a tutti; di questo si occupa l’OSINT (Open Source Intelligence) e la sua sottospecie TECHINT (indagini sul web) che richiedono però grandi capacità analitiche poiché le quantità di dati da vagliare sono enormi. L’OSINT è molto utilizzata anche nel settore privato, nella Business Intelligence di aziende private, da cui le stesse ricercano informazioni utili anche da fonti aperte come il web per aiutarsi nelle decisioni aziendali riguardo alle loro specifiche attività, come la commercializzazione o meno di un nuovo prodotto, etc. Si pensi all’importanza delle indagini di mercato ai fini commerciali.

Per quanto riguarda il coordinamento a livello internazionale dei Servizi di Intelligence delle varie nazioni, e soprattutto in Europa, si stanno facendo passi avanti.[15]

La guerra al Terrorismo internazionale anche di matrice fondamentalista islamica è una guerra “asimmetrica”[16] e pressoché infinita; è una guerra che non può essere combattuta con i metodi classici vista la sua peculiare natura, per cui le armi non sono la soluzione giusta e sarebbe più proficua una soluzione strategica di prevenzione e intelligence; mirando a togliere al terrorismo il sostegno sociale, politico e soprattutto economico, senza il quale esso non potrebbe sopravvivere.



 

 

[3] https://pnlpedia.com/come-funziona-pnl/

[4] Handbook, Commanders Guide To Humint , Human Intelligence 2012

[5] https://lindro.it/intelligence-perche-serve-il-rilancio-delle-fonti-umane-in-italia/

[6] https://lindro.it/intelligence-perche-serve-il-rilancio-delle-fonti-umane-in-italia/

 

[13] http://www.carabinieri.it/editoria/rassegna-dell-arma/la-rassegna/anno-2008/n-4-ottobre- dicembre/studi/tecniche-psicologiche-human-intelligence

[14] Albert D Biderman, Communist Attempts to Elicit False Confessions from Air Force Prisoners of War, 1      gennaio 1957.

[15] ibidem

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