PRINCIPALI
ATTACCHI TERRORISTICI IN EUROPA DAL 2004 AL 2018[1]
Fabio Mariano
Bruxelles – Dalle bombe a Madrid nel 2004 all’ultimo
attentato terroristico al mercatino di Natale a Strasburgo, la lista degli
attacchi avvenuti in Europa negli ultimi anni 14 anni è lunga. Ecco una
fotografia cronologica dei fatti principali.
11 marzo 2004, Madrid (Spagna): una serie di bombe
posizionate sui binari e sui treni regionali della capitale spagnola nelle
stazioni metro di Atocha, El Pozo e Santa Eugenia uccidono 192 persone.
L’attacco è rivendicato da Al Qaeda.
7 luglio 2005, Londra (Regno Unito): sono 52 i pendolari uccisi in 4
attentati suicidi che colpiscono tre diverse stazioni della metropolitana della
capitale britannica sulle linee Circle e Piccadilly e un autobus che, partito
da Marble Arch, si trovava a Tavistock Square. 700 i feriti. Gli attacchi sono
rivendicati da un gruppo legato ad Al Qaida.
11-19 marzo 2012, Tolosa e Montauban (Francia): 7 morti, tra cui 3 militari e 3
bambini, e 6 feriti. Il terrorista franco-algerino Mohamed Merah uccide a tre
riprese: prima un militare, poi altri due, e infine attacca una scuola ebraica.
Viene ucciso dalle teste di cuoio francesi del Raid, asserragliato nel suo
appartamento. Gli attacchi vengono rivendicati da un gruppo affiliato ad Al
Qaeda.
22 maggio 2013, Londra (Regno Unito): due estremisti di Al Qaeda
uccidono a colpi di machete un soldato di 24 anni reduce dell’Afghanistan nella
capitale inglese.
24 maggio 2014, Bruxelles (Belgio): alla vigilia delle elezioni
europee e legislative belghe, 4 persone sono uccise al Museo ebraico di
Bruxelles per mano di un uomo armato di kalashnikov. L’accusato è Mehdi
Nemmouche, un 32enne francese di origini algerine legato all’Isis.
7 gennaio 2015, Parigi (Francia): due uomini armati, i fratelli
Kouachi, francesi di orgine algerina, attaccano la redazione del settimanale
satirico francese ‘Charlie Hebdo’ a Parigi, uccidendo 12 persone e ferendone
altrettante. Una poliziotta è uccisa appena fuori Parigi il giorno dopo da un
altro uomo legato ai Kouachi, il francese di origine maliana Amédy
Coulibaly, che successivamente prende alcuni ostaggi all’interno di un
supermercato kosher, 4 dei quali moriranno prima del blitz delle forze di
sicurezza. Il bilancio finale delle vittime è di 17 morti e 22 feriti.
14 febbraio 2015, Copenhagen (Danimarca): 2 vittime e 5 feriti, nel corso di
tre diverse sparatorie. In un centro culturale dove si teneva un dibattito su
Islam e libertà di espressione, viene prima ucciso il regista Finn Norgaard,
poi l’attentatore, un 22enne palestinese-giordano nato in Danimarca e
simpatizzante dell’Isis, si dà alla fuga per uccidere, nei pressi della
Sinagoga grande nel centro della capitale danese, un giovane della comunità
ebraica che festeggia una bar mitzvah. La polizia danese lo uccide in uno
scontro a fuoco all’alba nei pressi della stazione Norrebro.
13 novembre 2015, Parigi (Francia): 130 morti (tra cui l’italiana
Valeria Solesin) in attentati multipli in contemporanea, presso la sala
concerti Bataclan, in diversi bar e ristoranti nel X e XI ‘arrondissement’
parigini e allo Stade de France. La serie di attacchi terroristici sono
sferrati da una cellula belgo-francese dell’Isis. All’alba del 18 novembre, le
forze speciali assaltano a Saint-Denis un appartamento occupato da alcuni dei
terroristi coinvolti nell’organizzazione degli attentati e in procinto di
organizzare un nuovo attacco alla Défense. Cinque persone vengono arrestate,
altri due restano uccise tra cui Abdelhamid Abaaoud, il presunto organizzatore.
Il 18 marzo 2017, nel corso di un’operazione della polizia belga a Bruxelles,
viene arrestato l’unico sopravvissuto della cellula di Parigi, Salah Abdeslam,
francese di origine tunisina ma cresciuto a Molenbeek, uno dei presunti
coordinatori operativi degli attacchi di Parigi e di Bruxelles.
22 marzo 2016, Bruxelles (Belgio): 32 morti (tra cui la
belgo-italiana Patricia Rizzo) e 340 feriti a seguito dell’esplosione di due
bombe all’aeroporto di Zaventem e una alla stazione della metropolitana di
Maelbeek, nel cuore del quartiere europeo. Gli attentati sono rivendicati
dall’Isis. A compiere la strage, una cellula legata a quella di Parigi,
composta dai fratelli belgi di origine marocchina Ibrahim e Khalid El
Bakhraoui, e da Najim Laachraoui, ‘l’artificiere’ già intervenuto per gli
attacchi di Parigi, anche lui giovane belga di origini marocchine. L’8 aprile
viene arrestata la ‘mente’ del gruppo, il cosiddetto ‘uomo col cappello’,
Mohamed Abrini, ugualmente belga di origini marocchine e secondo uomo più
ricercato, dopo Salah Abdeslam, per gli attentati di Parigi.
14 luglio 2016, Nizza (Francia):
durante i festeggiamenti per la festa nazionale francese un camion si getta
sulla folla lungo la Promenade des Anglais e provoca la morte di 86 persone
(tra cui 6 italiani) ferendone altre 434. L’autista, il tunisino residente in
Francia Mohamed Lahouaiej Bouhalel, viene bloccato e ucciso dalla polizia. Il
16 luglio l’Isis rivendica l’attentato.
26 luglio 2016, Rouen (Francia):
presso la chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, due uomini fanno irruzione
durante la messa del mattino e prendono 5 ostaggi (tra cui 2 suore). Il
sacerdote Jacques Hamel, 84 anni, muore sgozzato. Gli aggressori, entrambi
cittadini francesi, vengono poi uccisi dalla polizia. L’Isis ha rivendicato
l’attacco.
19 dicembre 2016, Berlino (Germania):
un tir va a schiantarsi volontariamente contro la folla in un mercatino di
Natale nel quartiere di Charlottenburg, vicino alla Chiesa del Ricordo,
causando 12 morti (tra cui l’italiana Fabrizia Di Lorenzo) e 56 feriti. Nella
serata di martedì 20 dicembre arriva la rivendicazione dell’Isis.
22 marzo 2017, Londra (Regno Unito):
4 morti e circa 40 feriti davanti al Parlamento di Westminster, nel cuore
politico del Regno Unito. L’attentatore Khalid Masood, 52 anni nato in
Inghilterra e abitante a Birmingham, falcia con un Suv diverse persone sul
ponte di Westminster che attraversa il Tamigi davanti al Big Ben. Poi si dirige
a piedi verso il Parlamento, dove aggredisce a morte con un coltello un
poliziotto di guardia, prima di essere ucciso a colpi di pistola da due agenti
in borghese.
7 aprile 2017, Stoccolma (Svezia):
5 morti e 15 feriti in pieno centro città, nella zona commerciale di
Drottninggatan, dove un camion si è gettato sulla folla in una strada pedonale
per schiantarsi contro la vetrina di una catena di supermercati. Alla guida del
camion, rubato, un richiedente asilo uzbeko simpatizzante dell’Isis, il 39enne Rakhmat
Akilov, la cui domanda era stata respinta ed era ricercato per essere espulso.
20 aprile 2017, Parigi (Francia):
in tarda serata, sugli Champs-Élysées vicino all’Arco di Trionfo, un uomo
armato di kalashnikov apre il fuoco contro degli agenti di polizia colpendo
mortalmente uno di loro e ferendone altri 2. La sparatoria cade a pochi giorni
dal primo turno delle elezioni presidenziali, mentre è in onda l’ultimo
confronto fra i candidati in vista del voto della domenica successiva. L’autore
dell’attacco terroristico, Karim Cheurfi, 39 anni, tenta di darsi alla fuga a
piedi ma viene ucciso dalle forze dell’ordine. L’Isis rivendica l’attacco poche
ore dopo. Il poliziotto ucciso è la 239esima vittima di attentati terroristici
in Francia dal 2015.
22 maggio 2017, Manchester (Gran
Bretagna): almeno 22 morti e 120 feriti, tra cui molti bambini e
giovanissimi. Una bomba esplode al termine del concerto della pop star amata
dai teenager Ariana Grande all’interno della sala concerti Manchester Arena.
L’Isis rivendica l’attentato.
3 giugno 2017, Londra (Gran Bretagna):
intorno alle 22 locali, tre uomini a bordo di un furgoncino prima investono i
pedoni sul marciapiede del London Bridge, uno dei ponti più celebri della
capitale britannica, in pieno centro, per poi schiantarsi contro il
pub Barrowboy and Banker. I tre uomini, armati di coltelli, proseguono
quindi a piedi verso Borough Market, a ridosso del London Bridge sulla riva
meridionale del Tamigi, area affollata di bar e locali frequentata anche da molti
turisti, accoltellando i passanti. I tre, che indossano cinture esplosive
false, vengono poi uccisi dalla polizia. In totale si contano 8 morti, mentre i
feriti sono 48. L’Isis ha rivendicato l’attentato tramite la sua agenzia
di stampa, Amaq. Gli attentatori sono stati identificati: Khuram Butt, 27
anni, cittadino britannico di origine pachistana, residente nel quartiere
londinese periferico di Barking, poi Rachid Redouane, marocchino-libico
anch’egli residente a Barking, e il 22enne italo-marocchino Youssef Zaghba, già
sotto osservazione dell’intelligence.
19 giugno 2017, Londra (Gran Bretagna):
poco dopo la mezzanotte un furgone piomba su un gruppo di fedeli
musulmani a Finsbury Park a nord di Londra, vicino a una moschea dalla quale
escono le persone radunate per le preghiere del Ramadan. Una vittima e almeno
10 feriti, tutti di fede islamica. Nella zona, Seven Sisters Road, ci sono
almeno quattro moschee. L’attentatore, Darren Osborne, viene arrestato.
Originario del Galles, dove viveva con la moglie e quattro figli in un sobborgo
di Cardiff, era animato da odio per i musulmani.
19 giugno 2017, Parigi (Francia): Adam
Loft Djaziri, trentenne francese conosciuto dai servizi segreti per sospetta
radicalizzazione, si schianta con la macchina contro un furgone della polizia
posteggiato sugli Champs Elysées di Parigi. Gli agenti hanno estratto
l’assalitore privo di sensi dall’abitacolo prima che questo prendesse fuoco. Il
terrorista è morto pochi minuti dopo.
17-18 agosto 2017, Barcellona e Cambrils
(Spagna): nel pomeriggio un camioncino investe la folla sulle Ramblas,
nel cuore della capitale catalana, mentre la sera verso mezzanotte un’Audi A3
si schianta contro i pedoni sul lungomare di Cambrils, prima che la polizia
intervenga e uccida i terroristi in una sparatoria. In totale, si contanto 15
morti e un centinaio di feriti. Tra le vittime anche 3 italiani, i
giovani Luca Russo e Bruno Gulotta, e l’80enne Carmen Lopardo residente in
Argentina. La cellula della strage, che preparava un attacco più grande contro
la Sagrada Familia con 120 bombole di gas, è stata smantellata: uccisi dalla
polizia l’autore della strage sulle Ramblas, Younes Abouyaaqoub, e i
terroristi di Cambrils. Morti in un’esplosione accidentale mentre preparavano
bombe la mente del gruppo, l’imam di Ripoll Abdelbaki Es Satty, e altre due
persone, mentre sono finite dietro le sbarre ulteriori 4 membri del gruppo
terroristico.
18 agosto 2017, Turku (Finlandia): un uomo
armato di coltello, marocchino di 18 anni, colpisce alla cieca i passanti nella
zona centrale del mercato, facendo 2 morti e 8 feriti tra cui un’italiana. La
polizia riesce a fermarlo sparandogli alle gambe, e nella notte arresta altre 5
persone.
23 marzo 2018, Trèbes (Francia):
l’assalitore, Redouane Lakdim, marocchino di 25 anni, ha preso in ostaggio
numerose persone all’interno di un supermercato della cittadina dell’Occitania
ed è stato ucciso dopo circa quattro ore dalle teste di cuoio. Alla fine, il
bilancio dell’attentato è di tre morti e 16 feriti due dei quali gravi.
12 maggio 2018, Parigi (Francia):
un uomo di 21 anni, Khamzat Azimov, ha accoltellato cinque passanti nel
quartiere Opéra di Parigi, gridando «Allah Akhbar». Morto un ragazzo di 29
anni, ferite le altre quattro persone. Il terrorista è stato ucciso dalla
polizia. Nato in Cecenia e poi naturalizzato francese, l’uomo era incensurato
anche se schedato come a rischio radicalizzazione islamica (“S”) in quanto era
in contatto con il marito di una donna partita per la Siri. I suoi genitori
sono stati arrestati e interrogati per capire se abbiano avuto un ruolo
nell’attentato; arrestato anche un amico a Strasburgo.
29 maggio 2018, Liegi (Belgio): il belga Benjamin Herman, 31 anni
di Rochefort, ha ucciso due poliziotte e uno studente a Liegi al grido di
‘Allahu Akbar’, risparmiando un’altra donna che aveva preso in ostaggio perché
di fede musulmana. L’attentatore è poi stato a sua volta ucciso dalla polizia.
La sera prima il killer, uscito dal carcere di Marche-en-Famenne per un
permesso di reinserimento, avrebbe ucciso anche un amico ex detenuto a colpi di
martello. A distanza di ventiquattr’ore, l’Isis ha rivendicato la strage
attraverso l’agenzia Amaq.
30 maggio 2018, Schiedam (Olanda), Flensburg
(Germania): la psicosi
dei lupi solitari, all’indomani del terrore in Belgio, si è diffusa anche in
Olanda e in Germania. A Schiedam, vicino Rotterdam, la polizia ha ucciso un
uomo che, con un’ascia in mano, urlava ‘Allahu Akbar’ dal balcone di casa,
mentre a Flensburg un uomo ha ferito gravemente due persone con un coltello sul
treno Intercity ed è stato poi ucciso dalla polizia tedesca.
14 agosto 2018, Londra (Regno Unito): un 29enne britannico di origine
sudanese, Salih Khater, a bordo di una Ford Fiesta ha investito alcuni pedoni e
ciclisti alla guida di un’auto prima di schiantarsi contro le barriere di
protezione del palazzo del parlamento di Westminster. Il bilancio è di 3 feriti
lievi. Scotland Yard ha formalizzato il sospetto di terrorismo nei confronti di
Khater, che non collabora. Il presunto attentatore è residente a Birmingham, una
della città più islamiche della Gran Bretagna, dove successivamente sono state
perquisite due case, con un terzo blitz condotto nella vicina Nottingham. Era
noto alla polizia locale delle Midlands, ma non agli 007 dell’MI5. Stando a Neil
Basu, vicecomandante di Scotland Yard, la sua è stata “un’azione deliberata”,
anzi premeditata: da cui l’accusa di terrorismo.
12 dicembre 2018, Strasburgo (Francia): 5 morti e 11 feriti, sei sono
gravi: è il bilancio provvisiorio dell’attentato al mercatino di Natale di Strasburgo,
messo a segno dal 29enne radicalizzato Cherif Chekatt, sfuggito alla
cattura. Tra le vittime, anche il giovane giornalista italiano Antonio
Megalizzi, di Europhonica.
[1] Fonte EDN HUB
(https://www.ednh.news/it/cronologia-degli-attacchi-terroristici-in-europa-dal-2004-al-2017/).
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