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lunedì 10 ottobre 2016

Europa: la Difesa comune e la posizione dell'Italia

EU Global Strategy e Difesa
Difesa comune europea: la volta buona?
Paola Sartori
27/09/2016
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A Bratislava l’Italia ha formalizzato la sua posizione nel dibattito in corso sulla difesa comune europea, che ha accelerato dopo la Brexit e la presentazione della European Union Global Strategy, Eugs, da parte dell’Alto Rappresentante Federica Mogherini.

L’approvazione della Strategia da parte del Consiglio europeo di giugno è stata seguita da un periodo di grande vivacità in termini di iniziative e incontri bilaterali e unilaterali sul tema della difesa europea. Particolarmente attivi in questo senso Francia, Germania e Italia, anche se con visioni non sempre chiare e coerenti.

La visione italiana: breve e lungo termine
In occasione della riunione informale dei responsabili di difesa a Bratislava il 26 e il 27 settembre, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha presentato un documento che illustra il piano italiano per una difesa comune europea.

La visione italiana si articola sostanzialmente su due livelli di azione. Da un lato, in una prospettiva di lungo termine si punta alla realizzazione di un’Ue per la difesa europea sul modello di Schengen. L’idea è quella di accelerare l’integrazione nell’ambito della difesa mettendo in condivisione un certo numero di strumenti e risorse, partendo da un nucleo aggregatore e ristretto di Stati che hanno le capacità militari e la volontà politica per fungere da avanguardia.

Tra gli obiettivi vi è la creazione di una Forza multinazionale europea, Fme, dotata di una struttura di comando, meccanismi decisionali e di finanziamento comuni da mettere a disposizione non solo per missioni dell’Ue, ma anche per operazioni militari in ambito Nato e Onu. L’iniziativa dovrebbe poi aprirsi alla partecipazione di altri stati ed essere incorporata all’interno dei Trattati in un secondo momento, proprio come avvenuto per Schengen.

Dall’altro lato, il secondo livello di azione prevede di sfruttare nel breve termine il potenziale inespresso di alcuni strumenti offerti dai Trattati vigenti, tra cui l’articolo 44 relativo alle missioni effettuate da un gruppo di stati per conto dell’Ue e l’articolo 46 per l’attivazione del meccanismo di cooperazione rafforzata e permanente (Permanent Structured Cooperation - Pesco).

La proposta franco-tedesca: un rilancio a due
Francia e Germania hanno però, nel frattempo, riaffermato lo storico asse di cooperazione bilaterale. L’11 settembre i Ministri della Difesa dei due Paesi hanno presentato all’Alto Rappresentante una dichiarazione congiunta per contribuire all’attuazione della Eugs nel campo della difesa, che non si discosta molto dalle idee italiane discusse inizialmente a livello trilaterale.

Tra i punti principali del documento franco-tedesco figurano l’attivazione della Pesco; la creazione, nel medio termine, di un Quartier Generale europeo civile e militare per la pianificazione e la condotta di operazioni nel quadro della Politica di sicurezza e difesa comune, Psdc, il rilancio dei Battlegroups europei e la revisione del meccanismo Athena per il finanziamento delle operazioni militari.

Altre idee, maggiormente innovative, riguardano la creazione di un comando europeo per l’assistenza medica, un polo logistico per le capacità di trasporto strategico, una maggiore condivisione operativa di immagini satellitari, il rafforzamento degli Eurocorps e il loro contributo nell’ambito di missioni Psdc.

L’Action Plan per la difesa della Commissione europea
In questo contesto, la Commissione sta lavorando per rafforzare e rendere più efficiente il mercato della difesa europeo. Lo European Defence Action Plan, Edap, che dovrebbe essere presentato entro fine anno e che vede il forte sostegno italiano, mira infatti ad individuare strumenti concreti per promuovere la cooperazione industriale e rimuovere quegli ostacoli che fino ad ora hanno limitato l’integrazione e la competitività del settore della difesa europeo.

Nello specifico, gli sforzi della Commissione si concentrano principalmente su tre ambiti. Prima di tutto sostegno alla ricerca: l’idea è di istituire uno European Defence Research Program nell’ambito del prossimo Programma Quadro per la ricerca 2021-2027, attraverso il quale dovrebbero essere finanziati anche progetti a sostegno di una autonomia strategica dell’Europa nel campo della difesa, oltre che consentire l’utilizzo del Programma Quadro per progetti che hanno un interesse militare.

In seconda e terza battuta, invece, si sta valutando l’introduzione di incentivi fiscali e finanziari quali la possibilità di modificare le regole della Banca europea per gli investimenti, Bei, che vietano finora investimenti nel campo della difesa, l’accesso ai fondi strutturali e di investimento europei, e l’esenzione dell’Iva per i programmi di cooperazione europea per agevolare gli investimenti congiunti nel settore della difesa, nonché una maggiore applicazione delle normative esistenti in materia di acquisizioni e trasferimenti intra-comunitari, oltre che un rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti.

Un’occasione da non perdere
In un momento di grande incertezza, il progetto di integrazione europea nella difesa sembra rappresentare una sorta di rassicurante coperta di Linus per l’Ue, in grado di far superare la sensazione di “abbandono” e insicurezza post-Brexit. Questo terreno, diversamente che in passato, appare meno controverso rispetto ad altre questioni sul tavolo, politica economica e migrazione in primis, e vede allineate le visioni politiche dei maggiori Paesi europei seppur con motivazioni differenti.

Si tratta di una finestra di opportunità unica che gli stati europei devono impegnarsi per sfruttare al meglio. Un appuntamento importante sarà il Consiglio europeo di dicembre che, sulla base delle conclusioni del Consiglio Affari Esteri in programma il 14-15 novembre, dovrebbe adottare decisioni concrete per l’attuazione della Eugs nell’ambito della sicurezza e della difesa … che sia davvero la volta buona?

Paola Sartori, Assistente alla Ricerca, Programma Sicurezza e Difesa; Twitter @SartoriPal.

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