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giovedì 21 luglio 2016

Europa: dalla strategia all'azione

Alto Rappresentante dell’Unione Europea
Ue, una strategia per un agire comune
Nathalie Tocci
16/07/2016
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Il 28 giugno l’Alto Rappresentante dell’Unione europea, Ue, Federica Mogherini ha presentato la Strategia Globale dell'Unione europea (Eugs) per la politica estera e di sicurezza al Consiglio europeo.

L’Eugs segue, a distanza di tredici anni, il primo ed unico documento sul tema, l’European Security Strategy promosso da Javier Solana. Il Consiglio europeo ha accolto con favore la presentazione dell’Eugs, in uno degli ultimi atti dei 28 paesi membri seduti intorno al suo tavolo.

Nonostante Brexit
Mogherini ha deciso di proseguire con la EU Global Strategy il 24 giugno, a poche ore dal drammatico risultato del referendum della Gran Bretagna che ha visto prevalere i voti del Leave. Tale decisione non era scontata.

Alcuni possono aver pensato che si sia trattato dell’ennesimo caso della distanza dell’Ue dalla realtà politica del momento. A dire il vero, nei mesi che hanno preceduto il referendum in Uk, avevamo pensato che nel caso in cui il voto di uscita fosse prevalso, avremmo dovuto fare un passo indietro e rimandare la presentazione dell’Eugs nel futuro.

Quando mi sono giunti i sconvolgenti risultati il 24 giugno, ho pensato che sarebbe stato tutto annullato. E infatti nell’immediato l’Alto Rappresentante era proprio propensa a farlo. Tuttavia, con il passare delle ore, è diventato chiaro che rimandare la presentazione dell’Eugs non sarebbe stato realistico.

Nei mesi a venire, l’Ue sarebbe stata così occupata nella Brexit, le cui conseguenze saranno probabilmente molto profonde, da portare all’abbandono dell’Eugs se non fosse stata pubblicata. È stata proprio la comprensione della portata della crisi interna all’Ue che ha convinto l'Alto Rappresentante ad andare avanti sulla politica estera.

Mogherini ha ritenuto che abbandonare la presentazione dell’Eugs avrebbe significato fare un gran torto all’Unione. Il documento è il frutto di quasi due anni di un sostanzioso lavoro di riflessione e confronto che ha visto l’attiva partecipazione di tutti gli stati membri e istituzioni Ue, oltre a tutta la comunità che si occupa di politica estera.

Conferenze e dibattiti, online e offline, sono stati organizzati in tutte le capitale europee, e non solo. Il processo ha beneficiato del contributo di accademici e studenti, Ong che si occupano di diritti umani e associazioni dell’industria della difesa, think tank, sindacati, associazioni d’impresa e la Chiesa Cattolica, fra i tanti. E tutti i 28 paesi membri erano soddisfatti del risultato.

Una visione di lungo periodo
Come mi ha detto l’Alto Rappresentante il 24 giugno: “Il lavoro è finito”. Quindi perché accantonare il documento? Non è un atto dovuto di responsabilità politica dimostrare proprio in un periodo di crisi come questo che l’Europa può ancora essere unita?

È vero: a giugno 2016 l’Eugs non avrebbe ricevuto l’attenzione da parte del Consiglio europeo o dai media che molti pensano avrebbe meritato. Tuttavia, sarebbe stato ingenuo pensare che un documento strategico con una visione di lungo periodo potesse raggiungere le prime pagine o essere oggetto di profonde riflessioni da parte dei capi di Stato e di governo. E comunque, non era lo scopo con il quale era stato scritto.

Lo scopo dell’Eugs era ambivalente. In primo luogo si voleva raggiungere, attraverso un ampio e approfondito processo di discussione strategica, l’unità di tutti gli attori coinvolti. Il contenuto dell’Eugs non sarebbe cambiato a causa della decisione dell’Uk di lasciare l’Ue.

Ciò che dobbiamo fare in Medio Oriente e Africa, in America Latina o presso l’Onu, ciò che ci dobbiamo prefissare di ottenere nel campo della difesa, del commercio, dello sviluppo, del clima o sul tema delle migrazioni è rimasto sostanzialmente inalterato dopo la Brexit.

Dalla strategia all’azione
Ciò che è cambiata è la nostra capacità di azione. La decisione dell’Uk di abbandonare l’Ue ha assestato un duro colpo prima di tutto all’Uk stesso, ma anche all’Ue. Perdendo l’Uk, la Ue ha perso uno dei suoi più importanti paesi membri, forse quello con il più alto profilo globale, sia in termini di commercio, sviluppo, difesa o diplomazia.

Senza l’Uk, l’Ue rischia di essere meno capace di raggiungere gli obiettivi che si è posta. Nonostante ciò, quegli stessi obiettivi e interessi restano vitali. L’Ue ha quindi oggi ancor più il dovere di garantire un futuro di sicurezza, libertà e prosperità ai propri cittadini e deve farlo rimanendo unita e agendo in maniera responsabile sullo scacchiere globale. E questo è precisamente ciò che l’Eugs si propone di fare.

Tuttavia, la Strategia resta solo un documento che tratteggia una narrativa comune per l’Unione. In secondo luogo, infatti, l’Eugs si propone di andare oltre a questa visione condivisa, in favore di un’effettiva azione comune.

E questo è precisamente il motivo per cui la presentazione dell’Eugs non poteva essere rimandata. L’Eugs doveva essere pubblicato per dare avvio al suo sviluppo. Da più punti di vista, è qui che inizia il vero lavoro. I cittadini europei meritano una visione condivisa e un’azione comune.

Articolo pubblicato da El País.
Traduzione a cura di Matteo Garnero, stagista dell’area Europa dello IAI
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Nathalie Tocci è vicedirettore dello IAI.

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