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sabato 4 giugno 2016

ONU: la "intorcinata" politica onusiana

Segretario generale Onu
Nazioni Unite, sentiero rosa per il dopo Ban
Gabriele Rosana
31/05/2016
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Donna, dell’Est Europa e con esperienza nella diplomazia multilaterale. L’identikit del nono Segretario generale dell’Onu sembra portare direttamente a Irina Bokova. Al secondo mandato alla guida della più grande agenzia delle Nazioni Unite, la Direttrice generale dell’Unesco è oggi la favorita alla successione di Ban ki-Moon.

La strada verso Turtle Bay è però disseminata di insidie e di concorrenti che, per la prima volta nella storia, sfilano di fronte agli elettori dell’Assemblea generale (Ag) e alle telecamere della diretta streaming, sul sito delle Nazioni Unite.

Il processo di selezione del nuovo numero uno dell’Onu, infatti, è questa volta improntato alla trasparenza, cercando deliberatamente di uscire dalle segrete stanze del Palazzo di Vetro. dove era stato in precedenza relegato.

Un primo round di audizioni si è tenuto ad aprile; venerdì 3 giugno comincerà il secondo: confermati tutti i precedenti candidati, se ne sono aggiungi altri tre, messi in campo dai rispettivi governi, per un totale di 11. Le interviste per scegliere chi svolgerà il ruolo diplomatico più ambita al mondo saranno trasmesse dalla webtv Onu e lasceranno tracce su Twitter, agli hashtag #UNSGcandidates e #NextSG.

Il contributo femminile nella pace e nella sicurezza internazionale
Secondo l’art. 97 della Carta delle Nazioni Unite, che stabilisce le regole dell’elezione, il Segretario “deve essere nominato dall’Ag, su raccomandazione del Consiglio di sicurezza (Cds)”. Fino ad oggi la selezione è avvenuta in altre sedi, lontane dall’Ag.

Il mutamento è iniziato quando l’Ag, nel 1997, ha adottato una specifica Risoluzione (la 51/241), che invitava a rendere il processo di nomina del vertice dell’Onu il più trasparente possibile e a tenere in considerazione, per la scelta del Segretario generale sia la rotazione fra i blocchi regionali di origine dei candidati, sia l’equilibrio di genere.

Il presidente di turno dell’Ag, il danese Mogens Lykketoft, ha voluto imprimere un’ulteriore sterzata, chiarendo, in una lettera congiunta firmata con il presidente di turno del Cds, le procedure e i termini per la presentazione delle candidature da parte dei Paesi membri. “Sceglieremo la persona migliore per guidare l’Onu - ha detto -. Ma è vero che molti di noi non vedono ragione alcuna perché non sia una donna a ricoprire per la prima volta tale ruolo”.

Sembra quindi giunta l’ora in cui la lettera della Risoluzione 1325(2000) del Cds, sul ruolo e il contributo femminile alla pace e alla sicurezza, diverrà realtà, cominciando ad essere attuata grazie alle decisioni di quella stessa istituzione che l’aveva a suo tempo approvata.

Fino ad oggi, il Cds ha sempre proposto un singolo nome al voto dell’Ag, che ha poi sempre ratificato la scelta. Con un processo selettivo così aperto e partecipato, non è scontato che anche questa volta accada lo stesso. È cioè possibile che al vaglio dei 193 Stati membri dell’Ag venga presentata una rosa di papabili, in competizione tra loro.

Bokova la spunta su Georgieva
La geografia Onu ripartisce il mondo in blocchi regionali, e la prassi opera su questa base, realizzando un informale meccanismo di rotazione fra i diversi blocchi nell’assegnazione dei top jobs. Su questa base, in pochi mettono in dubbio che stavolta sia il turno dell’Europa dell’Est, sino ad oggi rimasta a bocca asciutta.

Studi nell’ex Unione sovietica e perfezionamento al di là dell’Atlantico, capacità manageriali e brillante carriera nell’Unesco (dove ha anche ben gestito spinosi dossier come quello relativo al Muro occidentale di Gerusalemme), la Bokova ha un curriculum che non dovrebbe incontrare particolari veti incrociati.

Dopo aver vinto a febbraio la temibile concorrenza interna di un’altra bulgara, la vicepresidente della Commissione europea Kristalina Georgieva, la Bokova ha ottenuto l’investitura ufficiale da parte del governo di Sofia e potrebbe oggi trovare il favore dei cinque membri permanenti del Cds.

Ma non basta: come la campagna per il seggio non permanente nel Cds ha insegnato all’Italia, la diplomazia onusiana è spesso fatta di contatti informali e si muove sottotraccia, corteggiando anche i Paesi piccoli e i “pesi piuma” per un consenso che, in Ag, attende il responso del pallottoliere più che della bilancia.

Le altre candidature che sfidano la front-runner bulgara presentano anch’esse profili interessanti. A cominciare dalle altre due donne dell’Europa orientale che sono della partita: la croata Vesna Pusić, già ministro degli Esteri e vicepremier nell’ultimo governo di centrosinistra, e la moldava Natalia Snegur-Gherman, diplomatica e politica, figlia del primo presidente di Chisinau.

L’intricata diplomazia onusiana 
Completano l’affollato parterre balcanico/post-sovietico l’ex ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremić, l’economista e diplomatico macedone Srgjan Kerim (entrambi già presidenti dell’Ag), l’ex presidente sloveno Danilo Türk, il ministro degli Esteri montenegrino Igor Lukšić (giovane socialdemocratico di tendenza liberal, che tuttavia annovera la Thatcher e Reagan come modelli) e il collega slovacco Miroslav Lajčak (che, con Bratislava pronta ad assumere la presidenza di turno dell’Ue, deve fare i conti con le sortite del premier Fico, sempre più l’Orbán della famiglia eurosocialista).

Ma candidati con chance di successo si trovano anche negli altri gruppi regionali. Un alto profilo che potrebbe dare del filo da torcere alla Bokova, quanto a pregresse esperienze alla guida del proprio Paese e in seguito di un’agenzia Onu (l’Undp), è l’ex premier neozelandese Helen Clark (gruppo Europa occidentale e altri).

L’ex premier portoghese e fino all’anno scorso commissario Onu per i rifugiati António Guterres è l’altro nome in campo in quota all’eterogeneo fronte: l’unico ad avere, ad oggi, ottenuto un pesante endorsement: quello della Francia.

Dopo un Papa e il dio del pallone Lionel Messi, l’Argentina infine prova a metter la propria bandierina anche in cima al Palazzo di Vetro, facendo anch’essa una puntata rosa, il ministro degli Esteri Susana Malcorra.

Gabriele Rosana è giornalista pubblicista, assistente alla comunicazione dello IAI (Twitter: @GabRosana).
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