Il disegno di
Putin e della leadership russa che lo sostiene nel voler costruire una Russia
con un ruolo sempre più importante in un quadro geopolitica di incertezza, con
lo scemare del ruolo di superpotenza
degli Stati Uniti non è un elemento da tenere in scarsa considerazione. Le
grandi incertezze di questo periodo avranno evoluzioni imprevedibili.
Una di queste,
forse la più strategicamente importante, è stata il venir, de facto,
meno della Global War on Terror dal vertice delle preoccupazioni strategiche
statunitensi. Gli anni 1989-1991 hanno chiuso il vecchio sistema bipolare della
Guerra Fredda, conducendo verso un diverso sistema internazionale che è durato
per circa venti anni. Il 2001 non ha cambiato molto in quella situazione, dando
all’unica sopravvissuta superpotenza solo un nuovo insieme di preoccupazioni,
ma nessun cambiamento sistematico. In modo non molto dissimile, questi ultimi
recentissimi anni hanno solo sovrimposto alle precedenti una serie di nuove,
urgenti e profondamente correlate preoccupazioni. Due di queste svettano sopra
ogni altra: la prima è l’emergere di un sistema internazionale non polare nel
quale gli Stati classici assistono impotenti ad una sempre maggiore corrosione
della loro sovranità; la seconda è il divampare di una furiosa crisi
finanziaria che apre una fase di recessione le di cui è ancora impossibile
apprezzarne le dimensioni.
Non sono novità
assolute, ma occorre prendere atto. Una delle tesi che può essere presa in
considerazione è quella che delinea a breve un mondo che si sta
progressivamente rivelando come sempre più non polare invece che multi-polare,
a dispetto delle attese di molti. Il sistema internazionale non è dominato più
da una, due o più nazioni, ma piuttosto da una dozzina di attori che possiedono
e che esercitano vari tipi di potere che finiscono con il sovrapporsi l’uno
all’altro. Nessuna grande potenza, né nessuna coalizione di grandi potenze è
finora emersa per sfidare gli Stati Uniti ed è molto improbabile che questo
accada nel prevedibile futuro. Non certamente nel 2010 e nei anni brevi a
venire, ma è iniziata la marcia di avvicinamento a questo Le vecchie dinamiche
tipiche dell’epoca delle grandi potenze non sono tornate in auge sia per
l’evolvere di un concetto stesso di potere, che ora sfugge in tanta parte al
diretto controllo degli Stati, sia perché gli Stati Uniti non hanno fatto poi
davvero nulla per stimolare una tale risposta, almeno non ancora.
Tuttavia, mancando della
prevedibilità che aveva caratterizzato i sistemi internazionali uni-polari,
bi-polari, o multi-polari del passato, questo nuovo sistema internazionale
non-polare sembra complicare notevolmente i rapporti internazionali in modi
sempre nuovi. Ed è questo che ci fa
parlare di evo di mezzo, argomento con
cui abbiamo introdotto questo nostro contributo.
Se tutto questo ha una sua
logica, il futuro della NATO è nebbioso; nel migliore dei casi, dato che le
alleanze stanno perdendo molta della loro importanza in un sistema
internazionale in cui la capacità di assumersi impegni e di tenergli fede è
molto limitata, poco efficace.
L’insieme sembra destinato a
condurre a un rapporto transatlantico più selettivo e contingenziale che mai.
Americani ed Europei, molto selettivamente, coopereranno su alcune questioni e
si opporranno ad altre. In altre parole, l’Amministrazione Obama più non avrà
il lusso di poter eventualmente optare per delle politiche ben definite, come
avvenne all’indomani del 9/11 ( attacco alle due Torri ) nel caso di quell’either
you are with us or against us che ha poi caratterizzato la dottrina Bush.
Forse, l’evento più significativo che inciderà sarà l’adozione,
dopo un percorso elaborativo che, dato il numero dei partecipanti, non sarà
semplice, del nuovo concetto strategico della Nato, dato che quello presente è
ormai vecchio di dieci anni e tutti riconoscono che non è più funzionale.
Le relazioni transatlantiche tra Europa e Stati Uniti passano
attraverso questo momento fondamentale. In questo nuovo non-polare scenario,
gli Stati Uniti, i paesi Europei e la Russia potrebbero avere bisogno di un
nuovo dispositivo di sicurezza, lì dove la Russia insiste nel dire che la
sicurezza in Europa non potrà mai essere tale fino a che la Russia stessa sarà
tenuta fuori dalle due organizzazioni di sicurezza principali dell’Europa, la
Nato e l’EU.
Qualsiasi dialogo su un così ambizioso e difficile progetto di
sicurezza euroatlantica sarà lento, ostico, difficile, ma sarà necessario ed
inciderà nella geopolitica del 2010, sia perché non si può ignorare sia per il
già descritto ruolo dinamico che la Russia intende svolgere.
(da www.coltrinariatlantegeostrategico.blogspot.com. Chidesidera ulteriori approfondimenti:ricerca23@libero.it; chi non desdiera ricevere uteriori post lo comunichi a geografia2013@libero.it)