Sergio Benedetto Sabetta
Attualmente
il 90% delle merci naviga sulle acque, ne consegue che chi controlla le rotte
marittime ha il potere mondiale.
In questi
ultimi tempi vi è stato un riposizionamento delle flotte, il cui centro è
l’Oceano Pacifico, nuove rotte si aprono con il disgelo del Polo Nord
ridimensionando l’importanza commerciale del Canale di Panama controllato dagli
USA.
In questa
centralità del Pacifico gli USA nell’agosto 2021 hanno ufficializzato l’Aucks
(Accordo “politico-militare” fra Australia – Au, Regno Unito – K, Stati Uniti –
Us), a cui la Cina ha risposto con un accordo politico-militare con la Russia
firmato nel febbraio 2022 ed una successiva intesa il 24 marzo dello stesso
anno con le Isole Salomone, Stato sovrano a Nord dell’Australia, chiave di
collegamento tra Oceano Pacifico e Oceano Indiano.
L’accordo
prevede un prestito di cento milioni di dollari e l’aiuto militare di Pechino
anche per mantenere l’ordine pubblico interno, oltre alla rottura dei rapporti
con Taiwan, in cambio la Cina potrà disporre delle isole come base per future
spedizioni commerciali o militari.
Gli USA hanno
affiancato ad Aucks un ulteriore alleanza composta da USA, Australia, India e Giappone (Quad),
anche se l’India mantiene una posizione piuttosto ambigua avendo ottimi
rapporti con la Cina all’interno del
Brics e ricomposte in parte le tensioni sui confini terrestri.
Questa
intensa attività diplomatica ha avuto come contraltare un susseguirsi di
esercitazioni navali, sia da parte USA che della Cina, alle quali hanno
partecipato anche le marine militari del Giappone, Australia, Nuova Zelanda,
India, Singapore, Malesia e Russia, oltre ad un riammodernamento degli apparati
militari.
La Cina
intenderebbe controllare il Mare Cinese Meridionale dal quale passa il 40% del
gas mondiale e un volume di merci del valore di circa 3.000 miliardi di dollari
l’anno.
Altro
settore su cui si concentra l’attenzione di Pechino è il Mar Rosso per
l’accesso al Canale di Suez dal quale passano 20.000 navi ogni anno, pari a
circa il 30% dell’export mondiale.
A tal fine è
stata costruita a Gibuti una grossa base navale cinese, che oltre a permettere
di controllare il Mar Rosso, costituisce un’ottima base per la penetrazione in
Africa, già notevolmente controllata da Pechino attraverso prestiti costruzione
di infrastrutture ed assistenza militare.
Nel
Mediterraneo, dove si è affacciata la Cina, agisce ampiamente la Russia La
quale ha anche rafforzato la sua presenza negli stretti marittimi che danno sul
Baltico, il Mar Nero e il Caspio.
La base
navale di Tartus in Siria, l’appoggio alla fazione del generale Khalifa Haftar
in Libia, il rafforzamento delle relazioni con l’Egitto e l’Algeria permettono
alla Russia di agire politicamente nel Mediterraneo e sulle relative linee di
navigazione commerciali.
Lo
scioglimento dei ghiacci nella Calotta polare artica crea nuove rotte che hanno
già permesso nel 2021 a navi russe di percorrerla senza l’ausilio di un
rompighiaccio, sia interamente dalla Norvegia alla Corea del Sud in 6 giorni e
mezzo che dal porto di Sabetta, nel Nord-Ovest della Siberia, alla Cina, gli
esperti ritengono che entro il 2040 le rotte saranno interamente libere e
convenienti.
Questo
tuttavia crea un problema, il controllo terminale delle rotte ossia gli scali,
in Europa dovrebbero essere in Scandinavia ed ecco uno dei morivi degli attuali
attriti e dei riposizionamenti nell’area, vedesi Svezia e Finlandia.
Infine,
sempre nel Mediterraneo, riemerge quale potenza regionale la Turchia di
Erdogan, che agisce sia sui Balcani con missioni militari in Albania e Kosovo
che in Siria e in Libia, la scoperta di grossi giacimenti di gas nel Mar Nero a
100 miglia nautiche dalla costa la renderebbero energeticamente parzialmente
indipendente.
Altro enorme
giacimento di gas è stato scoperto dall’ENI a 160 miglia dalle coste di Cipro,
fatto che ha creato un ulteriore motivo di tensione nell’area, in particolare
tra Grecia e Turchia, coinvolgendo indirettamente anche l’Italia.
NOTA
-
R.
Crocco, Nuove rotte, antiche contese. Il mare torna al centro dello scontro,
215 -218, Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo, ANVCG e Associazione
46° Parallelo, 2022.
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