Le stime sulla consistenza e reale portata del rischio atomico sono varie. Tutte però ipotizzano la fine del pianeta e della vita umana. Ogni esplosione nucleare forma il cosiddetto "pihadon", dalle parole giapponesi Lampo-tuono.. Si sviluppa un calore di milioni di gradi seguito da una ricaduta del fallout radioattivo, cioè polveri contaminate da raggi gamma ed isotopi residui della fissione. Esempio reali di una esplosione atomica sono solo nel 1945. Si registrò un'area di distruzione totale fino a 1,6 km dall'epicentro danni moderati fino a 3,2 km e leggeri fino a 5,6 km
Per un ordigno superiore ad 1 megatone ( 1 milione di tonnellate di esplosivo) il raggio di distruzione supererebbe i 15-30 Km.
Secondo la Università di Princeton (USA) in un ipotetico scenario di guerra in Europa, in circa tre ore in uno scambo tra Nato e Russia di ordigni nucleari, ci sarebbero dai 35 ai 85 milioni di morti, per poi iniziare a contare i decessi dei mesi successivi per le radiazioni. GLi scoppi solleverebbero nella stratosfera milioni e miliardi di tonnellate di terriccio che oscurerebbe la luce solare e darebbe vita al cosiddetto "inverno nucleare" . per mesi ed anni non ci sarebbe sviluppo della vegetazione e quindi dell'agricoltura, e si svilupperebbe una carestia la peggiore della storia umana.
IN sintesi la fine della vita almeno sull'emisfero occidentale russo-europeo.
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