La economia russa non può rimanere insensibile alla attuale
situazione. Il calo dei prezzi petroliferi e le sanzioni incrociate stanno
impattando sul quadro economico russo che d’ora in avanti punterà sui consumi
iterni e sugli investimenti. Secondo “Russia Beyond the he headlines” l’nserto
preparato e pubblicato da Rossiyskara Gazeta, non solo materie prime da
esportare, ma anche consumi ed investimenti da sviluppare saranno i “capstone”
della prospettiva economica russa. L’economia russa tenta la strada della
diversificazione per reagire alle difficoltà dovute alla recessione in atto. Il
crollo dei prezzi petroliferi, ha impattato pesantemente sul paese, che affida all’export delle commodity una parte
importante el proprio PIL. La sensazione diffusa tra gli operatori e che la
risalita delle quotazioni non sia dietro l’angolo, ancor più più lontana dopo la scoperta di un immenso
giacimento petrolifero davanti alle coste dell’Egitto da parte ella italiana
ENI, che aumenta il numero dei venditori
e sottrae un mercato come quello egiziano che si renderà autornomo..
Oltre a questo è evidente che l’OPEC non appare intenzionato al alzare le
quote, e che è in atto la frenata della crescita cinese e la distenzione tra
USA e d Iran agevolata dall’accordo sul nucleare; infine non vi sono
prospettive che nel breve periodo si superoano le tensioni in Ucraina, che
hanno portato alle sanzioni incrociate con l’UE e con l’Occidente in generale..
Proprio questo aspetto, si ossrva a Mosca, che incide sull’impennata dei prezzi
che sta caratterizzando l’inflazione , ha portato ad un cambiamento nella
produzione di cui poco si è parlato fino a questo momento.. Approvvigionarsi di
prodotti, soprattutto cerealicoli ed agroalimentari provenienti da oltre
frontiera è sempre più difficoltoso; da qui gli stimoli e le pressioni affinche
quanto non si riesce ad avere e manca sia prodotto all’interno della
Federazione, Una scelta strategica, destinata a rivestire un ruolo importante
nel medio termine una volta che verranno superate le prevedibili difficoltà
iniziali
La strada verso la ripresa potrebbe passare anche attraverso
una maggiore focalizzazione sugli investimenti pubblici, a cominciare dal nodo
infrastrutturale, decisivo per sostenere una crescita sostenibile del paese e
convincere gli investitori stranieri a
creare stabilimenti produttivi della Federazione. Lo sforzo in atto non è
semplice ed il risultato non appare scontato, ma si confida che il processo si
sia messo in moto in modo tale da perseverare che i 2016 sia veramente l’anno
della ripresa.
In pratica il Cremlino sta studiando una “exit strategy” pe
superare la doppia minaccia del crollo dei prezzi del petrolio e del gas naturale,
vera trappola in cui la Russia è caduta, quella della “monoproduzione”, e delle
sanzioni non preiste a segutio della crisi Ucraina che sta facendo pagare alla
Federazione un prezzo non preventivato e forse troppo alto.
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