Demografia e contratto
matrimoniale
nell’influenza
sull’attuale crisi geo-strategica globale
Ten. Cpl. Art. Pe. Sergio
Benedetto Sabetta
Darwin prima
di impegnarsi inserì in una lista i pro e i contro all’impegno matrimoniale,
solo dopo attenta valutazione si decise al passo ritenendo prevalenti i
vantaggi.
L’attuale crisi globale, di cui la
guerra Russo – Ucraina non ne è che una espressione, è anche una crisi
demografica e culturale, oltre che economica e militare.
Dobbiamo considerare che fino all’età
romantica il matrimonio corrispondeva a due funzioni precise: la trasmissione
dei patrimoni e dei poteri derivanti, come conseguenza di alleanze
matrimoniali, nonché la certezza e legittimazione della discendenza, tanto che
l’affermazione generalizzata dei cognomi è una conquista dell’età moderna,
essendo altrimenti riservata alle classi superiori dei possidenti.
Solo a partire dal romanticismo, con
l’affermarsi dell’età borghese, si introduce il
terzo elemento del sentimento amoroso e si codifica il fidanzamento
quale periodo vigilato di prova.
Si favorisce in tal modo la
democratizzazione del matrimonio stesso, il rimescolamento di carte, dobbiamo
considerare che uno Stato forte ha alla sua base il nucleo saldo e
gerarchizzato della famiglia, così nell’antica Roma come nello Stato etico del
XIX e prima metà del XX secolo.
La famiglia ha anche un’altra
funzione derivante dall’essere un nucleo di produzione e accumulo, tanto
economico che di forza lavoro, essa diventa quindi elemento portante
dell’attività agricola, commerciale ma anche della fabbrica nella prima
rivoluzione industriale, fino a trasformarsi nell’elemento motore nell’iniziale
crescita consumistica.
L’aspetto economico si intreccia
strettamente dal XVI secolo con l’altro aspetto politico – amministrativo del
controllo, nasce dalla necessità sia dalla formazione dello Stato moderno che
della Controriforma, infatti i primi registri dello stato civile vengono
impiantati nelle parrocchie dove si crea una fitta rete burocratica.
Giuridicamente risulta essere
pertanto un contratto di fornitura di servizi, che si voleva a tempo indeterminato
salvo eccezioni controllate dal potere, quello che il Romanticismo introduce è
il riconoscimento dell’aspetto affettivo, il quale ne qualifica il contratto
sollevandolo dal rapporto puramente economico e introducendolo nel più
complesso rapporto della personalità, secondo l’autentico dettame evangelico.
La modernità ha lentamente scisso i
due aspetti, l’allungamento della vita e la rapidità dell’evoluzione sociale ha
completato l’opera, la leggerezza dell’essere ha determinato l’instabilità
affettiva, è rimasto il contratto.
La crescente autonomia sia
finanziaria che culturale della donna, oltre che alla parallela perdita dei
ruoli e alla indeterminatezza sociale che ne deriva, attraverso una serie di
rivendicazioni di diritti, ha creato una crisi culturale favorita ed ampliata
dai nuovi mezzi di comunicazione e dalla serie di crisi finanziarie che si sono
succedute dalla fine della Guerra Fredda.
E’ cresciuto pertanto il rischio che
il matrimonio comunque comporta come una qualsiasi altra attività umana,
dobbiamo considerare che il rischio si realizza quando ad ogni decisione è
associata una molteplicità di conseguenze, a ciascuna delle quali corrisponde
un particolare “stato del mondo”, i
quali si escludono a vicenda, in questa situazione il singolo decide
l’attribuzione di determinate probabilità ai possibili singoli “stati del mondo”.
Se il soggetto è cosciente
dell’esistenza dei singoli “stati del
mondo” ma non è in grado di attribuire delle probabilità, si ha il fenomeno
della decisione in condizione di “incertezza”.
Alcuni autori, come Lindley, rifiutano tale distinzione,
ritenendo esistente un solo tipo di incertezza, misurabile come “probabilità” che riflette i gradi di
fiducia sui vari “stati del mondo”,
con una coerenza tra criteri di scelta e gradi, tali criteri si possono
riportare all’utilità attesa, che può allargarsi fino a ricomprendere il
concetto soggettivo di “qualità della
vita”.
Vi sono tuttavia autori che tendono a
restringere il concetto di rischio ai casi in cui la probabilità è fondata su
base statistica, per tale via viene rifiutata la distinzione tra rischio e
incertezza (Shackle, Knight).
Vi è pertanto un allargarsi del
rischio contrattuale che diventa rischio di vita, con il conseguente rifiuto
del contratto matrimoniale, sì che viene a prevalere sull’aspetto emotivo, si
tentano quindi gli accordi prematrimoniali, coscienti del puro aspetto
economico e dei soli riflessi sociali che il matrimonio viene ad acquistare.
La decrescita demografica che segue
la crisi matrimoniale già verificatasi storicamente in altre epoche, come
nell’età augustea, è un riflesso della microeconomia che l’individuo
sperimenta, la crescente conflittualità nelle relazioni intra-familiari, la
perdita di rilevanza produttiva, assicurativa e socio simbolica dei figli,
riduce gli stessi a puro costo, sono le pressioni sociali che ne determinano il
valore e si impongono sul desiderio di persistere in essi che l’individuo pone,
un desiderio di potenza eliminato dal rischio economico e relazionale che il
modello socio-economico trionfante contiene.
Microeconomia e macroeconomia entrano
in conflitto, la crisi matrimoniale, premessa della crisi demografica, se
risulta funzionale all’attuale sistema economico e sociale, ne mette tuttavia
in risalto le problematiche fondate su una continua espansione dei consumi, sia
nel senso negativo di sottrazione delle risorse del pianeta che positivo di
consumo delle merci.
A questo si oppone una esplosione
demografica in altre aree del pianeta, per lo più sottosviluppate, dove gli
interventi anche delle grandi associazioni benefiche risultano alquanto
settoriali e tendono, talvolta, a creare ulteriori squilibri.
Vi è quindi una spinta demografica
verso le aree più ricche, con crescenti conflitti per le difficoltà di
integrare culture diverse e il conseguente sbando delle nuove generazioni nate
sul territorio di adozione.
Da qui un crescente irrigidimento di
parte della cultura politica nel tentativo di non venire subissati dalle
continue ondate migratorie, circostanza che si trasforma in un nuovo diritto,
vedesi il recente caso della pronuncia della Suprema Corte degli USA
sull’aborto che riguarda prevalentemente le donne bianche delle classi superiori
negli USA, o il richiamo a fare più figli, con la concessione di benefici
economici, in vari Stati sviluppati dell’ Occidente ed anche in Russia.
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