Mali
Lo scorso 1 luglio, le Nazioni Unite hanno iniziato la loro missione di stabilizzazione in Mali, che prende il nome di MINUSMA (Mission Multidimensionnelle Intégrée des Nations Unies pour la Stabilisation au Mali) e conta la presenza di 12.000 uomini, è sotto il comando ruandese del Generale Jean Bosco Kazura. MINUSMA al pari di MONUSCO, la missione ONU di Stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo, dispone di un mandato estensivo in materia di poteri e disposizioni di law enforcement. Quest’ultimo aspetto le permette di intraprendere azioni dirette contro i miliziani jihadisti nel nord del Mali allo scopo di migliorare la situazione di sicurezza nella regione.
MINUSMA integra quei contingenti militari che, nel recente passato, hanno combattuto le forze qaediste nel nord del Mali: la missione dell’Unione Africana AFISMA, 1.000 uomini parte del contingente francese dell’operazione “Serval”, 1.800 uomini del continge! nte ciadiano. L’attuale instabilità politica e la precarietà del quadro di sicurezza maliano rendono indispensabile la presenza di una forza militare internazionale sul territorio maliano. Il pessimo stato dell’Esercito nazionale e la condizione embrionale del processo di pace tra il Governo centrale e i movimenti tuareg dell’MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad) e del MIA (Movimento Islamico dell’Azawad, costola di Ansar al Din che ha deciso di abbandonare la causa jihadista) non consentirebbero al Paese di gestire da solo le sue criticità interne e lo esporrebbero di nuovo, in caso di ritiro totale degli aiuti, ad una nuova offensiva delle forze jihadiste.
MINUSMA integra quei contingenti militari che, nel recente passato, hanno combattuto le forze qaediste nel nord del Mali: la missione dell’Unione Africana AFISMA, 1.000 uomini parte del contingente francese dell’operazione “Serval”, 1.800 uomini del continge! nte ciadiano. L’attuale instabilità politica e la precarietà del quadro di sicurezza maliano rendono indispensabile la presenza di una forza militare internazionale sul territorio maliano. Il pessimo stato dell’Esercito nazionale e la condizione embrionale del processo di pace tra il Governo centrale e i movimenti tuareg dell’MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad) e del MIA (Movimento Islamico dell’Azawad, costola di Ansar al Din che ha deciso di abbandonare la causa jihadista) non consentirebbero al Paese di gestire da solo le sue criticità interne e lo esporrebbero di nuovo, in caso di ritiro totale degli aiuti, ad una nuova offensiva delle forze jihadiste.
Fonte C:E.S.I. weekly 119 per contatti geografia2013@libero.it
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