Alesandro Carile
Nel corso del vertice NATO di Lisbona del 19-20 novembre 2010 è stato approvato il nuovo Concetto Strategico (All.1) della NATO (in applicazione delle decisioni adottate al vertice di Strasburgo dell’aprile 2009 dai leader dei Paesi Membri) che, in sintesi, presenta le novità di seguito richiamate. Il Concetto Strategico è un documento di orientamento politico-strategico con cui la Nato ridefinisce periodicamente il suo ruolo alla luce dei cambiamenti occorsi nello scenario internazionale. Esso individua le caratteristiche principali del nuovo contesto di sicurezza, specificando gli elementi di approccio dell’Alleanza alla sicurezza ed alla difesa comune. Tuttavia, pur nei mutamenti di situazione a livello globale, la missione essenziale rimane inalterata: “assicurare che l’Alleanza resti un’ineguagliabile comunità di libertà, pace, sicurezza e valori condivisi”.
A seguito degli attacchi terroristici dell’11 settembre, pur avendo la NATO intrapreso un processo di trasformazione, sia militare che politica, in funzione dei cambiamenti nello scenario internazionale, il nuovo Concetto Strategico continua ad imperniarsi quindi sul rafforzamento del Legame Transatlantico, sull’importanza dell’art. 4[*], per quanto concerne le procedure di consultazione tra gli Alleati su emergenti questioni di sicurezza comune (quali ad esempio la sicurezza energetica e la difesa cibernetica) nonché sulla centralità dell’art.5.
Il Legame Transatlantico è l’essenza politica della NATO (basandosi l’Alleanza sull’attiva sinergia tra le due sponde dell’Oceano). Questo legame implica valori comuni, comprensione reciproca ed equa suddivisione degli oneri. Dopo 60 anni ed in un’Alleanza allargata, il Legame Transatlantico costituisce molto più di un necessario “Approccio alla Sicurezza” – così come considerato nel Concetto Strategico del 1999 – ma diviene un valore fondamentale da rafforzare ed essere collocato appunto nei “Core tasks and principles” del nuovo Concetto Strategico.
Compiti fondamentali e principi riconosciuti dai Paesi Membri.
Essi si configurano nei seguenti:
salvaguardia della libertà dei Membri con mezzi sia politici che militari;
pieno rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del Trattato di Washington nonché della primaria responsabilità del Consiglio di Sicurezza;
conferma del Legame Transatlantico (stabilito nel 1949 con la costituzione della NATO) a garanzia della pace e della sicurezza euro-atlantica;
perseguimento dei seguenti obiettivi chiave (core tasks):
• Collective defence. Intervento di difesa e deterrenza a favore di ognuno dei Membri contro qualsiasi tentativo di aggressione (art.5[*] del Trattato di Washington);
• Crisis management. Interventi, sia a livello politico che militare, per affrontare situazioni di crisi che possano comportare rischi per la sicurezza dell’Alleanza;
• Cooperative security. Promozione delle partnership con Stati non-NATO ed organizzazioni internazionali/non governative. Contributo alla non proliferazione degli armamenti ed al disarmo.
[*] Articolo 4 “Le parti si consulteranno ogni volta che, nell'opinione di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata.”
Articolo 5 “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria ….”.
Problematiche di riferimento.
Sono state individuate come fondamentali:
la minaccia convenzionale ed in particolare la proliferazione dei missili balistici;
la proliferazione delle armi nucleari (con prevedibile incremento a breve termine nei Paesi “instabili”);
il terrorismo ed i gruppi estremisti in espansione nelle aree di importanza strategica;
le attività illegali transnazionali quali il traffico d’armi, di stupefacenti e di esseri umani.
gli attacchi cibernetici;
la sicurezza dei trasporti e dei transiti commerciali nonchè la dipendenza energetica da Paesi terzi;
lo sviluppo di armi laser e di dispositivi elettronici ad impedire il libero accesso allo spazio;
i rischi per la salute, i cambiamenti climatici, la scarsità d’acqua e delle fonti di energia.
Difesa e deterrenza.
Nel Concetto Strategico del 1999 si affermava che “l’Alleanza continuerà a mantenere nel futuro prevedibile un’adeguata combinazione di forze nucleari e convenzionali con base in Europa ed a tenerle aggiornate ove necessario, ma comunque al livello minimo sufficiente”.
Simili capacità risultano necessarie anche e soprattutto nell’attuale scenario di sicurezza, caratterizzato da rapidi cambiamenti e nel quale la NATO è chiamata a trasformare ed adattare se stessa secondo l’evolversi delle priorità strategiche (“ … Deterrence, based on an appropriate mix of nuclear and conventional capabilities, remains a core element of our overall strategy … “).
La NATO deve estendere la protezione missilistica, già garantita alle truppe in teatro, ai territori e quindi ai cittadini dei Paesi Membri. La Federazione Russa condividendo questo tipo di minaccia, potrebbe subire attacchi missilistici e potrebbe avere un interesse a una difesa missilistica anche del proprio territorio (“ … We will actively seek cooperation on missile defence with Russia and other Euro-Atlantic partners … “).
Si pone l’accento anche sulla difesa cibernetica, che non era esplicitamente considerata nel Concetto Strategico del 1999, allo scopo di impedire il successo di qualsiasi aggressione contro i sistemi difesa degli Stati Membri (“ … develop further ability to prevent, detect, defend against and recover from cyber-attacks … “). Nel caso della cyber-security, un eventuale ricorso all’art.5 dipenderà dalle caratteristiche dell’attacco, dalle sue dimensioni, dai suoi effetti e dalla capacità di individuarne gli autori. Ciò tanto per la sicurezza cibernetica quanto per altre minacce asimmetriche, quali ad esempio il terrorismo.
Il Concetto Strategico del 1999 considera il terrorismo come un “rischio” e non ancora come una minaccia. La nozione di terrorismo, infatti, è stata rivista al fine di renderla più coerente con la sua vera natura (“ … Terrorism poses a direct threat to the security of the citizens of NATO countries, and to international stability and prosperity more broadly … ”).
Il punto 24 del Concetto Strategico del 1999 – lo stesso che menziona il terrorismo – considera l’eventualità di una “distruzione del flusso di risorse vitali”. Il nuovo concetto strategico pone in evidenza il fatto che la sicurezza energetica rimane interesse vitale
dell’Alleanza. La Nato deve quindi rivestire un ruolo più ampio nella salvaguardia delle risorse energetiche, attraverso la protezione degli spazi comuni nei quali transita l’energia (come ad esempio le rotte marittime), la protezione del trasporto, dei flussi di approvvigionamento, nonché delle infrastrutture critiche di settore (“ … develop the capacity to contribute to energy security, including protection of critical energy infrastructure …”).
Sicurezza nella gestione delle crisi.
Il documento riconosce quali strumenti per la risoluzione dei problemi attinenti la sicurezza:
la prevenzione e gestione delle crisi sulla base di un approccio congiunto (militare e civile), stabilizzazione post-conflittuale e supporto alla ricostruzione;
la capacità di spiegamento immediato sul terreno di forze adeguate nel caso di fallimento delle attività di prevenzione;
la condivisione delle attività di intelligence;
lo sviluppo dottrinale per le operazioni di spedizione, di contro-insurrezione, di stabilizzazione e ricostruzione;
la formazione di una capacità di gestione delle crisi atta ad interfacciarsi con le locali realtà civili;
l miglioramento della pianificazione integrata “militare-civile”;
lo sviluppo della capacità di addestramento e di sviluppo delle forze locali nelle zone di crisi.
la specializzazione di personale civile ai fini di attività congiunte in zona di operazioni;
l’incremento delle consultazioni interalleate prima, durante e dopo l’insorgenza delle crisi.
Promozione della sicurezza internazionale attraverso la cooperazione.
Da Alleanza statica, ai tempi della Guerra Fredda, la NATO è diventata parte di un sistema di Istituzioni interconnesse ed è chiamata a fornire un valore aggiunto nei settori della sicurezza in cooperazione con altre organizzazioni internazionali (in primo luogo le Nazioni Unite, l’Unione Europea e l’OSCE).
Il programma di Partenariato per la Pace ha rappresentato e rappresenta il meccanismo principale per dar vita al dialogo sulla sicurezza e per rafforzare l’interoperabilità tra l’Alleanza e i suoi Partner (“…We will further develop our existing partnerships ...”).
A partire dal 1999, i rapporti di partenariato della NATO hanno conosciuto una significativa evoluzione unitamente alla presenza della stessa NATO in diversi scenari, quali i Balcani, l’Afghanistan, il Pakistan, il Darfur ed il Medio Oriente. Non di minore importanza il partenariato NATO-UE.
Questa politica, detta della “porta aperta”, rappresenta tuttora l’approccio consolidato della NATO verso gli altri Paesi europei ed in tale quadro, le nuove minacce richiedono un dialogo ed una cooperazione costanti con la Federazione Russa (“ … NATO-Russia cooperation is of strategic importance …”).
La Russia riveste un ruolo fondamentale nella sicurezza euro-atlantica, anche e soprattutto per la necessità di una sua partecipazione ad una difesa antimissile congiunta, nonché alla riduzione degli armamenti atomici.